La Capra ha più fame che mai. E non parliamo di erba, ma di vittorie. Tom Brady, da molti considerato il Goat (acronimo inglese per Greatest of All Time, ma che in senso letterale significa ‘capra’) è pronto a tornare in campo per la stagione di NFL 2021.
UNA SCOMMESSA VINTA
Innanzitutto perché Tom incarna il sogno americano, ossia raggiungere la grandezza partendo da outsider. Al draft del 2000 venne scelto solo come 199esimo (su 254 giocatori totali), e fu totalmente ignorato dai grandi team dell’epoca. Su di lui scommisero i New England Patriots, che in quel ragazzo californiano videro il luccichio del fenomeno. A distanza di 21 anni, la mossa della franchigia del Massachusetts è ancora il più grande furto di talento (o come dicono gli yankee, ‘steal of the draft’) della storia della Lega. Ma se non avesse iniziato a vincere tanto e (quasi) subito, non parleremmo di TB12 in questi termini: dopo un anno di apprendistato alle spalle del titolare Drew Bledsoe, Tom approfitta dell’infortunio di quest’ultimo per soffiargli il posto. Non lo perderà più, e la stagione 2001 termina in gloria: i Patriots vincono il Super Bowl contro i favoritissimi St. Louis Rams, Tom a soli 24 anni è il più giovane quarterback di sempre ad alzare da protagonista il trofeo Lombardi.
VOLTO DELLA LEGA E MARITO DI GISELE
Gli sponsor arrivano a frotte, perché Brady ha il physique du rôle per essere il volto della Lega: fortissimo, bello, rassicurante. In uno sport massacrante dove chi gioca nel suo ruolo è vittima ogni settimana di una vera caccia all’uomo, Tom è capace di evitare i placcaggi più duri in tempo, lanciando dei missili telecomandati verso i suoi sempre grati ricevitori. I numeri non mentono: a oggi, sono 581 i touchdown lanciati da Brady in stagione regolare, e 25 quelli nei playoff. Numeri che valgono ampiamente gli oltre 250 milioni di dollari guadagnati in carriera da Tom (che assieme a sua moglie, la supermodella brasiliana Gisele Bundchen, non ha certo problemi economici). Il titolo del 2001 guadagna presto molti fratelli: nel 2003 contro i Carolina Panthers e nel 2004 contro i Philadelphia Eagles, Tom conduce New England ad altri due Super Bowl, di cui il secondo vinto nonostante i 39 gradi e mezzo di febbre del giorno prima. Sì, perché Brady è uno stoico: per gran parte della stagione 2005 scende in campo con un’ernia.
L’AMICIZIA CON GRONKOWSKI
Tom Brady è Tom Brady anche perché ha vinto a ogni età, sapendosi reinventare con compagni diversi. Il secondo ciclo di vittorie con i Patriots (2014, 2016, 2018) porta anche la firma del suo grande amico e compagno di scorribande Rob Gronkowski. Poi qualcosa si spezza tra Brady e la dirigenza di New England: lo stagionato (ma non bollito) quarterback cerca altre sfide, vuole dimostrare di saper vincere anche lontano dal suo mentore, il geniale coach Bill Belichick. E allora nel 2020 vola al caldo della Florida, dove firma un biennale con i Tampa Bay Buccaneers. La sua scelta convince anche il buon Gronk ad abbandonare dopo un anno il mondo del wrestling: lo scorso febbraio la coppia di bucanieri arriva all’atto finale contro i Kansas City Chiefs del giovane fenomeno Patrick Mahomes, e trionfa. “Continuerò a giocare finché sarò in grado di vincere un Super Bowl”: musica per le orecchie dei fan.