Addio Wingo, grande campione amato dai mestrini

Martedì 26 Gennaio 2021 di Stefano Babato
Addio Wingo, grande campione amato dai mestrini

Se ne va una leggenda, il giocatore che forse più di ogni altro ha fatto battere il cuore di migliaia di tifosi mestrini, soprattutto la generazione nata negli Anni 60 e che ogni domenica riempiva l'allora nuovo palasport di via Cavergnaghi. E' morto Harthorne Wingo, il campione silenzioso che ha fatto grande Mestre in due stagioni memorabili, dall'epilogo opposto, prima a fianco di Dulaine Harris (1978-79) e poi di Tom Barker (1979-80).

Il fuoriclasse di Tryon (North Carolina) aveva 73 anni ed era malato da tempo.

Dal 1972 al 1976 fu grande protagonista con i New York Knicks mettendosi al dito l'anello Nba nel 1973 giocando assieme a miti come Walt Frazier, Jerry Lucas, Bill Bradley e Willis Reed. Poi la scelta di volare in Italia, a Cantù dove vinse due volte la Coppa delle Coppe con la Gabetti di Arnaldo Taurisano.


A MESTRE
E a 31 anni, quando la sua carriera sembrava volgere al termine, anche per qualche acciacco di troppo, c'e' chi decise di puntare ancora su di lui, Pieraldo Celada, l'uomo che nel 1978 trasferì i diritti dell'allora Alessandria (neo promossa in A2) a Mestre, fresca invece della retrocessione in B dopo lo storico spareggio di Trieste contro la Mobiam Udine.
E per rilanciare il basket a Mestre, Celada puntò proprio su Wingo, giunto tra mille dubbi e perplessità legate soprattutto alla sua tenuta fisica. Dubbi che presero soprattutto piede nel precampionato con l'ex stella dei Knicks che si trascinava in campo. Ma nel momento in cui iniziò il campionato, Wingo mise tutti d'accordo. Fu come essere travolti da un'onda infinita di entusiasmo coi tifosi che toccarono il cielo con un dito. Gli stessi che stasera alle 21 si ritroveranno, con Harris e Antonelli, nella diretta sulla pagina Facebook di Forza Vecchio Cuore Biancorosso per ricordare il campione scomparso.
Per guidare quella Superga Mestre 1978-79 Pieraldo Celada si affidò ancora a Massimo Mangano, protagonista ad Alessandria nella stagione precedente. Il tecnico palermitano decise di affiancare a Wingo, un esterno di razza, Dulaine Harris, che in campo si muoveva davvero come un felino.
Wingo-Harris è ricordata ancor oggi come una coppia fantastica (come Jura-Brown) con il centro statunitense che non arrivava ai 2 metri d'altezza ma che catturava più rimbalzi di qualsiasi altro lungo grazie al suo ineguagliabile senso della posizione e tecnica nel tagliar fuori gli avversari. Tecnicamente era un marziano per quei tempi, come leggendarie erano le sue finte sotto canestro per far saltare gli avversari, così come i suoi ganci. Fu una stagione straordinaria con la Superga Mestre che volò in A1 grazie soprattutto a quel giocatore che Cantù aveva scaricato ritenendolo ormai finito.

Nella stagione seguente (1979-80) Wingo fu ancora grande protagonista con la maglia Superga, questa volta in A1, in una squadra che non incassò la sua grande scommessa, quella di schierare due torri straniere (Wingo e Barker) in un contesto piuttosto mediocre. Una squadra che si rivelò inadeguata, troppo dipendente da Wingo chiamato a fare pentole e coperchi. Un errore di valutazione pagato con la retrocessione in A2 dopo il drammatico spareggio di Milano contro la Scavolini Pesaro. Una parentesi amara che segnò la fine di quel gruppo con Wingo che tornò negli States, a New York, mettendo la parola fine col basket e iniziando una nuova partita, questa volta con la vita. Addio magico Wingo!

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Ultimo aggiornamento: 19:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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