Si è fermato il treno di Forlì.
UN TRENO A DUE RUOTE
Nato nel 1933, da ragazzino scopre la bici perché gli serviva per andare a scuola: una quindicina di chilometri tra andata e ritorno. E' proprio nel tragitto che incontra i pro’ di allora, tra i quali Ronconi, che come in una fiaba a alito fine lo porta a correre con la maglia della S.C.A.T. Forlì e poi con quella della Nicolò Biondo. Giovanni Proietti, il c.t. della Nazionale dilettanti, intuisce le potenzialità del ragazzino e lo avvia alla pista. Baldini vince il titolo italiano dell’inseguimento, viene aggregato per il Mondiale di Copenaghen ’56 e nella finale conquista il suo primo oro percorrendo i 4 chilometri in 5’04”4. Successo che rappresenta il trampolino di lancio per battere il record dell'ora, strappandolo a Jacques Anquetil: 46,394 a Milano. UN momento magico che si completa con il Giro d’Italia e il Mondiale 1958. Sembra il prologo ad un dominio negli anni seguenti. Baldini, però, non riuscirà più a ripetersi su quei livelli per le conseguenze nefaste di un’appendicite e per l’eterna difficoltà a contenere il peso. Resterà il “Treno di Forlì” come nella canzone che I Casadei gli hanno dedicato.