E’ subito oro per l’Italia ai mondiali di nuoto, al loro secondo giorno a Budapest: lo afferra nei 100 rana Nicolò Martinenghi, che gli aggiunge carati giacché il suo 58.26 è record italiano.
“TETE” FA LA STORIA
Nicolò Martinenghi, detto “Tete”, ha vinto l’oro mondiale in una specialità che, nell’evento in questione, nessun azzurro aveva vinto mai, anche se è nella rana che un italiano ha vinto il primo nostro oro olimpico (Domenico Fioravanti, che a Sydney 2000 ne prese addirittura due).
Lo ha vinto di forza e di testa: “La testa conta più del fisico, ha detto, e più fuori dall’acqua che non in acqua”. Sbloccato da certi fantasmi prendendo il bronzo olimpcio a Tokyo, Tete ha infilato una serie di prestazioni che lo hanno portato al trionfo odierno.
Né s’accontenta: “Il tempo? Pensavo di fare meno”, dice. Chissà, magari gli è mancato lo stimolo dell’”invincibile” Adam Peaty, infortunato e assente, che forse gli appare un cartonato sotto la Torre Eyffel di Parigi 2024.
EMOZIONI NASCOSTE
“E’ esaltante mettere la mano avanti a tutti, è bellissimo essere tra quegli otto in corsia per la finale; è il sogno di sempre” dice; la medaglia d’oro “non è pesante ma è importante”. Accidenti se lo è! Solo 11 italiani ci sono riusciti nella storia della manifestazione, la Pellegrini sei volte e Paltrinieri tre. Tete del Lago Maggiore e dell’Aniene ha appena 22 anni, lo stesso allenatore da sempre, Marco Pedoja, sono cresciuti insieme ed è anche Pedoja un rappresentante di una “nouvelle vague” fatta di coach preparati ed informati, quarantenni o su e giù di lì, inventori di campioni, naturalmente se capita loro la materia grezza.
Martinenghi sorride ma non a bocca spalancata, sale sul podio ma non canta, si guarda intorno a cercare le persone giuste, quel che sente lo tiene dentro. Forse gli costa o forse no: non è una questione di chimica, ma di testa. Pedoja e lui le gare le studiano a tavolino, e da un po’ vengono proprio così. Si sono arresi Kamminga l’olandese che non vecedva l’ora non ci fosse Peaty (ma c’era Tete…) e l’americano Fink. E adesso vai coi cinquanta…
CECCON DA PRIMATO
Thomas Ceccon fa gli straordinari: nuota la semifinale della sua gara preferita, i 100 dorso (“solo dopo Parigi 2024 penserò bene alle altre) a tempo di record italiano (52.12) ed è il secono accesso alla finale di domani e nemmeno mezzora dopo, 24 minuti ad essere precisi in un clima guidato dai cronometri, è di nuovo sui blocchi per la finale dei 50 farfalla. Va sotto i 23 secondi, ma non gli basta: è quinto. Dispiaciuto ma non deluso: del resto vince l’implacabile Dressel, 14esimo suo oro mondiale, e poi Thomas pensa solo al dorso: “Ho fatto il record sì, ma alla fine mi sono pure frenato un po”. Come dire che quei tre centesimi che è finito dietro Christou potevano (potrebbero?) non esserci. Si segnala, per consolare l’età, che sul terzo gradino del podio dei 50 farfalla è salito il brasiliano Santos, 42 anni: in tempi di Generazione Z una mosca bianca. Della Generazione Z fa parte il rumeno duecentista David Popovici, dal nome assonante con il nuto che fu Sasha Popov e dallo stile ugualmente filante.
LA RANA LEI
Benedetta Pilato aveva fatto un po’ di confusione nella batteria del mattino dei 100 rana tra prima e seconda vasca: “Non sono abituata all’orario, la mattina vado a scuola”. Ma il pomeriggio è un’altra storia: 1:05.88 per la finale di domani, anche se il bersaglio suo sono i 50, nei quali a Budapest fece il record del mondo.
La mattina era stata una buona storia per Simona Quadarella che si è promossa ad una nuova sfida all’impossibile Ledecky e che per il podio dei 1300 dovrà vedersela con una novità americana, la ragazzina Grimes, e con un paio di australiane.
ALTRA MUSICA
Altra piscina e altra musica: se alla Duna Arena si sentono i violini tzigani, sull’Isola Margherita, dove si gareggia per il sincro, si sentono suoni e brani d’ogni tipo. Domani, sul,le note di Verdi, Minisini e la Ruggiero tenteranno l’oro; oggi nel duo tecnico delle ragazze ai primmi tre posti Cina, Ucraina ed Austria con una notazione da statistici pignoli: le tre coppie erano tutte di gemelle. Del resto è questo il segno zodiacale del momento