Mondiali: Pellegrini, l'esordio nei 200 è ok. E senza Ledecky...

Martedì 23 Luglio 2019 di Piero Mei
Federica Pellegrini
Italia’s got talent. “Per me è sì” sembra dire Federica Pellegrini dopo la batteria dei 200 stile libero che l’ha qualificata con il quinto tempo del ranking per la semifinale di stasera a Gwangju. Più che trovare il talento, l’ha ritrovato. Del resto, il talento è quello: non è merce che sale o scende, spunta o scema: c’è o non c’è. A quattordici anni, adolescente dall’aria pacioccona, o a quasi trentuno, donna dall’aria fatale. Un pelouche da coccolare ai tempi, una cagnolina in carne ed ossa, Vanessa, oggi. Una Ledecky da battere ancora che però non è sui blocchi di partenza e dunque è già “battuta”. E’ la notizia del mattino: Katie sta male.

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IL NONO DEBUTTO
Federica Pellegrini era tesa come una deb al ballo di corte. Ma la regina è lei. “Fabio, ma ti pare che a 31 anni devo ancora essere così? Me la faccio addosso”. Papale papale l’ha detto in un altro modo, meno regale ma più efficace,  a Capitan Scozzoli prima della chiamata.  Fa lui: “Io mi chiedo: ma quanti 200 hai fatto?”. E lei: “Me lo chiedo anch’io quando ti vedo nei 100 rana”. E’ stato il dialogo che ha aperto il nono mondiale di Federica, sette sul podio, tre d’oro nei 200, l’ultima volta il penultimo se si considera quello in corso. Poi il tuffo, la corsia 3 nell’ultima batteria, i passaggi da 27.20. 56.83, 1:27.03 e la chiusura a 1:56.81, terza in batteria, quinta totale, semifinale della sera conquistata.

CONTENTA E STUPITA
“E’ la prima volta da due anni che nuoto i 200 in vasca da 50 a questo livello mondiale: sono contenta di come è andata. Sarà una bella semifinale”. Accantonato il dubbio ‘li faccio o non li faccio?’, accantonata la sfida ‘100 o 200?’ anche in chiave Tokyo. Federica sceglie il vecchio splendido amore dei 200, ma si tiene anche la scappatella dei 100. Stupita dalle rinunce eccellenti? “Non più di tanto: la Ledecky l’avevo vista non in grandissima forma nei 400”. C’è un virus della corsia 4 e non è il device dei dorsisti che qui non serve: oltre Katie, hanno rinunciato la McKeon e la Ruck, due pericolose. Però c’è la Titmus, il diavolo della Tamania per il luogo dov’è nata la millennial australiana. “Mi aspettavo da lei una gara più tirata”. “Piuttosto - dice Federica - sono sorpresa da Sarah. La Sjoestroem ha voluto far vedere che c’è”. Ed infatti è suo il miglior tempo: 1.55:14, unica sotto l’1:56. “Mi dispiace che non ci siano in tante, mi aspettavo la finale più veloce di sempre; ma se non ci sono vuol dire che non se la sono sentita”. E se le chiedono perché nuoti ancora, risponde sorridente (come non sempre) e bela (come sempre) uno squillante “I love swim”. Amo nuotare. E’ il più duraturo dei suoi amori.

KATIE LOCKED
Dov’era Katie Ledecky? Non in camera di chiamata, ma in camera da letto. Non ha disputato i 200 stile libero e poi ha rinunciato anche alla finale dei 1500, contro la Quadarella, la Wang e compagnia nella sera coreana, ora di pranzo in Italia. L’annuncio è dato dallo staff americano, in pieno accordo con il coach della Ledecky, con la campionessa e i responsabili della delegazione. Katie non sta bene da quando è arrivata; dobbiamo tutelare il suo recupero ed accorciare il suo programma di gare, hanno detto. Decideremo più tardi. Che succede alla Ledecky, vittima della prima sconfitta nei 400 in anni? La giovane australiana Airarne Titmus, il diavolo della Tasmania dal suo Paese d’origine, ha scompaginato il computer Ledecky? Ora Katie è locked ed ha bisogno di reset? E’ quel che si scoprirà nelle prossime ore.


 
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