Scarponi, quando il bis è una prima volta:
«Nel 2011 ho vinto a tavolino, ora tocca a me»

Giovedì 8 Maggio 2014 di Francesca Monzone
Scarponi, quando il bis è una prima volta: «Nel 2011 ho vinto a tavolino, ora tocca a me»
Michele Scarponi, uno dei migliori corridori italiani, ha vinto il Giro d’Italia nel 2011 e per tre volte è arrivato quarto, l’ultima proprio lo scorso anno quando a vincere è stato Vincenzo Nibali che poi lo ha voluto per questa stagione nella sua squadra.



Chi è Michele Scarponi?

«Michele è un corridore di 34 anni, determinato che va bene in salita, che come doti ha la regolarità, la costanza ed il recupero»



Cosa vuole dire per lei aver vinto il Giro d'Italia nel 2011 in quel modo?

«L’ho vinto in un modo un po’ strano. Oltretutto mi è stato assegnato il titolo molti mesi dopo che il Giro era finito dopo a vincerlo era stato Alberto Contador che è stato squalificato. Ovviamente, conquistare un titolo così non è la stessa cosa che vincerlo correndo sulla strada e infatti quel successo io non l’ho mai festeggiato anche se sull’albo d’oro compare il mio nome».



Lei infatti ha sempre sostenuto che quel Giro non l’ha mai vinto. Ci spiega meglio?

«La storia la conosciamo tutti. Io quell’anno sono arrivato secondo e Contador ha stravinto nell’attesa di essere poi squalificato per la vicenda del Tour dell’anno precedente. È diverso vincere un titolo così perché non l’ho vinto sulla strada ma a tavolino».



Come si trova all’Astana?

«Benissimo. L’Astana è una grande squadra internazionale e uno dei team più importanti a livello mondiale, non solo come corridori ma anche a livello manageriale e questo rappresenta uno stimolo continuo. Poi corro per la squadra di Vinokourov con il quale ho gareggiato diverso tempo e questo mi fa molto piacere. Inoltre, è un onore correre nella squadra in cui c’è Martinelli come direttore sportivo perché nel mondo del ciclismo lui è un vero guru».



Come si è trovato al recente Giro del Trentino?

«Ho avuto buone sensazioni ed è stato molto duro. Non avevo ambizioni di vittoria perché per vincere il Trentino devi essere al top di forma e a me mancava un po’ di brillantezza dato che arrivavo da un allenamento duro in montagna. Comunque sono soddisfatto di quello che ho fatto».



Adesso parte il Giro d’Italia. Che Giro sarà questo?

«Ci metterò tutto me stesso come ho fatto in questi ultimi anni a partire dal 2009 in cui ho lottato sempre con i migliori anche se ogni anno che passa diventa sempre più difficile. Mi batterò fino alla fine e darò il massimo. Dal Giro mi aspetto un buon risultato».



Ha fatto delle ricognizioni sul percorso?

«Di tappe e salite ne ho fatte tante e quindi le conosco. Però non ho fatto nessuna ricognizione perché mi ha sempre portato un po’ sfortuna farle».



C’è qualche tappa che a suo avviso è più adatta alle sue caratteristiche?

«Sarà un Giro molto duro, le tappe di montagna mi piacciono tutte e in quelle riesco sempre ad andare bene. Comunque, secondo me, la tappa chiave del Giro, non solo per me per tanti, è quella di Ponte di Legno-Val Martello in cui si scala lo Stlevio».



Chi sono i corridori favoriti, naturalmente oltre a lei?

«Senza ombra di dubbio Cadel Evans che ha vinto l’ultimo Giro del Trentino dimostrando di essere in gran forma. Non bisogna dimenticare Rodriguez nonostante abbia avuto problemi nella settimana delle Ardenne e Nairo Quintana anche se in questa stagione non si è mai visto. Belle sorprese potrebbero venire da Pozzovivo e da Fabio Aru che corre con me nell’Astana».



A luglio sarà chiamato ad aiutare Vincenzo Nibali al Tour de France. Che esperienza sarà?

«Sono molto contento e motivato di questo anche se non sarà facile visto che arriverò con tanti chilometri sulle gambe. Però voglio fare bene perché il Tour è la corsa più importante al mondo e cercherò di essere un buon supporto per Vincenzo in particolare nelle tappe di montagna dove riesco a gestirmi meglio».



Michele, qual è stata la sua vittoria più bella?

«Sicuramente la tappa della Tirreno-Adriatico del 2009 con arrivo a Camerino. Ho vinto io davanti a Garzelli e Basso e c’era anche Nibali in fuga con noi. Per me è stata una delle più belle perché prima di quella ho vinto tante corsette e a Camerino invece è stata la prima vittoria di prim’ordine. Da lì in poi ho continuato ad ottenere tanto».

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