Dal bronzo olimpico al coming out, un altro pugno ai tabù. «Le persone che mi stanno vicino lo sanno da anni, ma credo sia giusto, ora, dirlo a tutti...», comincia così la confessione di Irma Testa a Vanity Fair.
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Non c’è solo la Testa. Josh Cavallo, il calciatore australiano che qualche settimana fa aveva fatto coming out via social, ha fatto la storia. E prima della Testa, nel luglio scorso e durante le Olimpiadi, pure Lucilla Boari, che dopo il primo storico bronzo di un’arciera azzurra aveva rivelato la sua omosessualità. Ora è il turno di Irma, la campionessa coraggiosa, nei giorni in cui in Qatar, sede dei prossimi Mondiali di calcio, il comitato organizzatore ha annunciato: «Gay, siete benvenuti, ma evitate baci in pubblico». Intanto, la Testa avrebbe dovuto imbarcarsi a breve per Istanbul a caccia di un’altra medaglia, dopo quella ai Giochi, nella rassegna iridata di pugilato, ma la manifestazione è slittata a marzo 2022 per via del Covid. «Questo è il tempo delle donne. Guerriere dentro e fuori il ring», aveva scritto Irma prima delle Olimpiadi, dove l’Italia ha partecipato con quattro donne e zero uomini. «L’ho vissuta molto bene – dice la poliziotta -, per noi era una cosa bella. Mi dispiace per gli uomini, però per noi donne è stato un successo. Questo è importante per il movimento: più cresce e più ciò che facciamo singolarmente per noi pugili donne acquista valore. Se vinci in un movimento piccolo, ha un valore piccolo. Se vinci in un movimento grande, ha un valore alto». Sul piano sportivo ma anche sociale: spesso Irma è testimonial nella lotta al bullismo e agli abusi sulle donne. L’ultima campagna, di cui lei è ambasciatrice, è quella chiamata “Un Sorriso per lo Sport”, finalizzata ad aiutare dei bambini che si trovano in situazioni di disagio permettendo loro di svolgere l’attività sportiva in maniera gratuita. «L’unico consiglio che posso dare è quello di ribellarsi, ma capisco che a volte non sia facile. L’amore spesso acceca e può rendere deboli. Penso però che ogni donna abbia una forza interiore che va solo scoperta e tirata fuori». E infine, c’è l’orgoglio di aver contribuito a sdoganare il pugilato femminile: «Spero che in futuro ci siano tante campionesse. Tutto questo mi rende felice, ma non sono stata solo io a cambiare le cose. Penso di aver dato un aiuto alle donne a crederci e a liberarsi dai pregiudizi». Ora è lei che lotta per difendere il diritto alla propria identità.
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