Ciccone: «Io, jolly del Giro d'Italia, sognando la maglia rosa»

Venerdì 7 Maggio 2021 di Carlo Gugliotta
Ciccone: «Io, jolly del Giro d'Italia, sognando la maglia rosa»

Si prospetta un Giro d’Italia molto particolare per i colori italiani. Vincenzo Nibali, l’uomo che più di tutti ha rappresentato nel corso degli ultimi anni la nostra nazione nelle grandi corse a tappe, è reduce da un infortunio che gli è costato la frattura del radio a tre settimane dal via della corsa rosa. Lo Squalo sarà lo stesso al via domani a Torino, nella cronometro inaugurale che si snoderà nel cuore del capoluogo piemontese. Ma è lui stesso a dichiarare apertamente: «E’ stata una corsa contro il tempo, ora vivrò il Giro giorno dopo giorno sperando che le cose possano andare bene, ma non posso fare proclami». La grande alternativa a Vincenzo, qualora non fosse al top della condizione, è proprio in casa Trek-Segafredo: il suo compagno di squadra, Giulio Ciccone, potrebbe essere la grande rivelazione della corsa rosa qualora, al termine della prima settimana di gara, le cose dovessero mettersi in un certo modo.

L’abruzzese ha 26 anni, ha già vinto due tappe in carriera al Giro (una delle quali con la doppia ascesa del Mortirolo), ha conquistato la maglia azzurra di miglior scalatore, ha indossato per alcuni giorni la maglia gialla al Tour de France ed è chiamato al riscatto dopo un anno caratterizzato dal contagio da Covid-19, arrivato proprio nel momento cruciale della stagione. 

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Come si sente alla partenza di questa edizione numero 104 della corsa rosa? 
«Per me è stato un avvicinamento molto particolare. Dopo il Giro della Catalogna ho avuto qualche problema con il tendine che si è però risolto in fretta. Ho perso solo tre o quattro giorni di allenamento, nulla di particolare. Sono felice perchè ho lavorato bene, ho svolto un buon ritiro in altura a Sierra Nevada, e ho preferito saltare il Tour of the Alps per continuare il lavoro. Mi sento in una buona condizione di forma. Il primo obiettivo l’ho raggiunto, perché era quello di arrivare al top qui a Torino, alla partenza del Giro. Adesso vedremo come andranno le cose». 
La Trek-Segafredo avrà tre capitani, perché oltre a lei ci saranno anche Vincenzo Nibali e Bauke Mollema. Come gestirete la convivenza? 
«Il livello è davvero molto alto, ci sono tanti uomini di classifica molto tosti. Yates, Bardet, Bernal, Hindley, Landa e tanti altri. Credo però che a noi non manchi nulla rispetto agli altri, dobbiamo essere bravi a sfruttare la superiorità numerica perché siamo in tre. Sarà fondamentale la prima settimana per capire quale può essere la strategia migliore, in quanto ognuno di noi arriva con un avvicinamento diverso. Bauke ha fatto un avvio di stagione superlativo vincendo a Laigueglia, Vincenzo invece ha avuto il problema della caduta e la conseguente frattura. Insomma, al termine della prima settimana possiamo capire meglio come muoverci». 
Sente di poter ambire alla maglia rosa finale? 
«Per adesso parto come jolly. Il mio obiettivo principale resta una vittoria di tappa. Non sono ancora mai partito per una grande corsa a tappe con l’obiettivo di fare classifica, quindi per ora non è nei miei piani e nemmeno nei miei pensieri. A gennaio, con la squadra, abbiamo deciso che punterò forte soprattutto sulla Vuelta. Vedremo tappa dopo tappa, non c’è nulla di definitivo. Molto dipenderà anche dalla condizione di salute di Vincenzo». 
E se Nibali dovesse stare bene?
«Mi metterei subito a sua disposizione. Se Vincenzo è in forma, tutta la squadra sarà al suo fianco. Il team è molto competitivo e possiamo fare la voce grossa in molte occasioni: c’è Matteo Moschetti per gli sprint, poi abbiamo un corridore versatile come Gianluca Brambilla, oltre a tre ottimi gregari come Mosca, de Kort e Ghebreigzabhier. Abbiamo molte opzioni da poter utilizzare in corsa, servirà qualche giorno di rodaggio per far funzionare le cose al meglio. Ma ripeto, nei miei pensieri, in questo momento, l’obiettivo principale per questo Giro d’Italia è una vittoria di tappa». 
La caduta di Vincenzo vi ha tolto serenità? 
«Penso proprio di no, partiamo per questa corsa rosa con la massima serenità e la massima convinzione nei nostri mezzi. Dobbiamo immaginare un Giro d’Italia in crescita per tutti noi». 
 

Ultimo aggiornamento: 18:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA