Pisciali, la ragazza che non voleva più correre ora va in fuga al Giro

Martedì 5 Luglio 2022 di Cristiano Sala
Pisciali, la ragazza che non voleva più correre ora va in fuga al Giro

"La fuga nella vita chi lo sa che non sia proprio lei la quinta essenza". Fischiettando Paolo Conte si omaggia la prima fuga del Giro Donne 2022. Quei riccioli d'oro che spuntano dal casco sono di Francesca Pisciali, 24 anni, ciclista del Team Mendelspeck ed esperta di fughe, appunto.

Non solo come quella nella seconda tappa in Sardegna ma anche di fughe della vita. Nata a Bolzano, dopo le baby pedalate dagli 8 ai 14 anni la passione sportiva della Pisciali si interrompe.

Fai parte anche tu di quel 60% di giovani italiani che si sono dimessi e che lasciano il proprio lavoro?
«Non sono ancora a un livello alto da poter definire il ciclismo come un lavoro. Però sì, diciamo che mi sono dimessa anche io ma a 14 anni. E non certo perché non mi piaceva l'ufficio»

Ora sei al Giro Donne insieme a tante altre campionesse, perché quell'addio al ciclismo?
«A Bolzano non c'erano tante possibilità per correre. Dovevo arrangiarmi per cercare una squadra con la quale partecipare alle gare. Per me lo sport è divertimento e condivisione, a 14 anni se non puoi stare insieme ai ragazzi della tua età non ha senso»

Per questo hai mollato?
«Non riuscivo a condividere con qualcuno la passione per la bici. E così ho abbandonato questo sport»

Poi?
«Nel 2015 decido di cercarmi un lavoro. Parlo italiano, inglese, tedesco e mi dico "un posto lo trovo". E infatti finisco in un bar, contratto estivo al Passo Mendola, vicino Bolzano. Per arrivarci dovevo fare tutti i giorni 15 chilometri»

Francesca Pisciali in bici da bambina

Almeno la benzina costava poco all'epoca
«Ma quale benzina... a parte che non avevo neanche il motorino e poi sono un ambientalista, non "taglio" le montagne con l'auto. A lavorare andavo in bici»

Su Google Maps c'è scritto che il bar è a 1400 metri di altezza
«Tutta in salita all'andata. 15 chilometri, per 47 volte. Le ho contate tutte. Mi svegliavo alle 8, uscivo di casa e facevo 26 chilometri in bici per arrivare puntuale a lavoro alle 10:30. Avevo imparato anche l'altitudine delle curve, era bellissimo. Il padrone del bar mi aveva preso in simpatia, tanto da comprare un armadietto per me dove lasciare le mie cose e cambiarmi per iniziare il turno. Come dice mia madre, prima il piacere così poi il dovere lo fai meglio...»

Su e giù per una montagna, una pendolare in bici
«Un segno del destino. Nel 2016 basta con caffè e cappuccini, finisco in un altro negozio».

Non ce lo dire...
«Un negozio di biciclette. Era gestito da due fratelli, Cristiano e Gerry Zanolini. E' grazie a loro che mi torna la voglia di tornare a fare ciclismo agonistico»

Due anni dopo partecipi al World Tour
«Nel 2018 il mio primo Giro Donne. Sullo Zoncolan esco da una galleria vedo i miei genitori, mia sorella e mio fratello che fanno il tifo per me. Mi sono emozionata, da bambina, sulle Dolomiti, ero lì dall'altra parte delle transenne con mio padre ad aspettare i campioni del Giro d'Italia»

E oggi Francesca Pisciali che ciclista è diventata?
«Una che ama correre all'attacco: la fuga è la mia dimensione»

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