Grande impresa dell'atleta veneziana Francesca Talamo - socia dei Veterani dello Sport di Venezia e che gareggia per il TSN Treviso - nel tiro a segno.
Nelle gare regionali di fine estate ha ottenuto 2 primi posti nella specialità aria compressa e un buon risultato anche nella gara Ranking a fuoco a 50 metri arrivando così all'ammissione ai Campionati Italiani organizzati a dicembre all'Acquacetosa di Roma.
«Per me è stato il raggiungimento dell'obiettivo che mi aveva tenuta viva durante il lockdown - spiega la 45enne tiratrice nata a Mestre - e soprattutto motivo di orgoglio visto il dimezzamento degli ammessi alle finali per creare il distanziamento sulle linee di tiro.
Così Francesca è partita per Roma il 10 dicembre scorso, assieme a una compagna della squadra P10. « Venerdì 11 dic. , dopo l'esito del tampone, siamo finalmente entrate all'interno della palestra allestita dal Coni. Rigorose le misure di sicurezza, mascherina ffp2 e distanziamento»
Alla fine la tiratrice dell'Unvs è salita sul podio: terza nel gruppo A, quindi medaglia di bronzo.
«E nonostante la mancanza della nostra terza compagna di squadra - racconta - abbiamo conquistato anche il bronzo a squadre! Ma la mia soddisfazione più grande è stata la qualificazione alla finale assoluta, alla quale partecipano le 8 tiratrici che hanno fatto i punteggi migliori durante la gara (io sono stata ammessa come sesta)».
Ha disputato la finale assieme alle tiratrici delle Fiamme Gialle e della Nazionale, che ovviamente più giovani e preparate hanno saputo gestire in modo migliore la tensione della finale.
«Io ho concluso al quinto posto, ma che dire? Una emozione grande perché proprio nell'anno del Covid sono riuscita a partecipare alla finale assoluta dopo ben 11 anni dalla finale che mi aveva vista conquistare il titolo italiano nel 2009. Sono rientrata a casa stanca ma felice e soprattutto senza rimpianti perché ho seguito il cuore e la passione per questo sport. Questo successo e le medaglie sono dedicate alla mia famiglia e a chi mi ha sempre incoraggiata in questi anni, ma un pensiero è andato a chi non era tra noi sulle linee di tiro perché malato o perché portava ancora addosso i segni di questa dura battaglia».