Face Time Bourbon, trottatore professionista, ha rinnovato il detto del “fatto trenta, fare trentuno”: lui aveva fatto 99 ed ha fatto cento e centro, vincendo oggi l’edizione con la tripla cifra del Prix d’Amérique, dopo che aveva vinto l’ultima a due un anno fa, che era l’edizione del centenario giacché la corsa fu disputata per la rima volta nel 1920 ma saltò due anni di guerra.
La “course des italiens”, la chiamano così nel mondo globale del trotto grazie alle grandi performances di cavalli e drivers di casa nostra nella secolare storia: e italiano parla ancora questo Amérique, perché Face Time Bourbon, che è il trottatore più veloce del mondo, è di proprietà italiana.
Fin qui ha disputato 34 corse e ne ha vinte 29; quattro volte si è piazzato secondo e una sola, la prima, è stata un nulla di fatto. Il team è una specie di spot europeo: nascita francese, proprietà italiana, allenatore transalpino (Sebastien Guarato), guidatore svedese Bjorn Goop), allevatore tedesco (Rainer Engelke, banchiere).
Oggi ha sconfitto, precedendone ogni mossa, un rivale accanito, Davidson du Port, che una volta, l’anno scorso, lo sconfisse a Vincennes nel Prix de France: la rivincita tra quindici giorni. Poi per Face Time Bourbon gran lavoro da stallone: pare che le prenotazioni siano già 300, si ricorrerà al sorteggio degli scontrini.
Tempo record della corsa per la vittoria di oggi: 1:10.8. La doppietta italiana a seguire viene dopo quella di Varenne a cavallo del millennio (2000-2001) e da allora l’impresa era riuscita soltanto a Ready Cash, che di “FTB”, come chiamano il fenomeno di oggi che si allena sulla battigia della Normandia, è il papà. A Bold Eagle, un altro figlio di Ready Cash era riuscita quattro e cinque anni fa.