Ed è subito oro: anche la disciplina dei tuffi, vestita d’azzurro, prende immediatamente la medaglia più preziosa.
Gli azzurri nei sei tuffi hanno totalizzato un punteggio di 402.55, unico team sopra i 400, ed hanno così preceduto la favorita Ucraina (399.05) e la Gran Bretagna, che non ha qui il fenomeno di tuffi e uncinetto Tom Daley, e che ha chiuso a 384.70. L’avvio è stato proprio di Chiara, poi è toccato ad Andreas; dopo i trampolinisti l’Italia era quarta; con i piattaformisti gli azzurri sono poi volati al comando ed il finale è stato tutto loro. Questi i singoli punteggio dei quattro d’oro: Pellacani 58.50 (doppio salto mortale e mezzo ritornato) da 3 metri, Sargent Larsen 63.000 (doppio salto mortale e mezzo rovesciato raggruppato) da 3 metri; Pellacani-Larsen 66.00 (doppio salto mortale e mezzo indietro carpiato sincronizzato da 3 metri), Di Maria 63.00 (verticale con doppio salto mortale indietro e un avvitamento) da 10 metri, (quadruplo salto mortale e mezzo avanti raggruppato) da 10 metri, Di Maria-Timbretti (67.20 (doppio salto mortale e mezzo indietro con un avvitamento) da 10 metri.
“È un debutto da sogno, nella mia città, davanti ai miei genitori, ai miei amici; sapevamo di far bene, ma forse siamo andati oltre; Andy è stato il più bravo di noi” dice Chiara Pellacani; e Andy, Andrea Larsen, dopo aver “intinto” la medaglia nella piscina per portarsi via anche una goccia nel ricordo, fa il modesto: “Mi sono ripreso dopo un errorino da 3 metri; mi aspettano tante gare, e spero di fare sempre bene come oggi dopo quell’errore. “Ho dovuto aspettare tanto prima di poter gareggiare per l’Italia ma questa è casa mia, ce l’ho fatta, sono giovane, crescerò tra questi miei amici” dice Timbretti; “Ho un problema al polso ma oggi mi ha dato poco fastidio e siamo stati tutti bravissimi”. Bravissimi sì, e chi ben comincia…