Drazen Petrovic, fuoriclasse del basket morto trent'anni fa: il viaggio del cuore a Zagabria e Sebenico

Il nostro reportage dai luoghi cari al Mozart dei canestri

Mercoledì 7 Giugno 2023 di Marino Petrelli
Drazen Petrovic, fuoriclasse del basket morto trent'anni fa: il viaggio del cuore a Zagabria e Sebenico

Un viaggio del cuore, nei luoghi e nella memoria di Drazen Petrovic. A Zagabria, ma anche a Sebenico, sua città natale, a respirare quell’aria inconfondibile che “Mozart” ha composto con la sua musica fatta di canestri e di assist e che ancora oggi, a trenta anni esatti di distanza dalla sua scomparsa prematura, tutti vivono e celebrano come se il grande campione fosse ancora vivo tra noi. E in fondo lo è, nelle strade di Zagabria, nei locali dove è facile trovare sue fotografie, nella piazza Josip Jelacic, il cuore pulsante della capitale croata, dove una sua statua è in mezzo ai tavolini del bar principale. Ma anche davanti la sua tomba al cimitero monumentale di Mirogoj, pellegrinaggio questa mattina di tanti tifosi, amici del tempo o semplici curiosi che hanno voglia di vivere questo momento. A vegliare, come sempre, mamma Biserka che ci racconta quanto Drazen sia ancora vivo nei cuori dei croati, ci chiede la provenienza e dice “di essere innamorata dell’Italia.

Molti italiani vanno sulla tomba a portare un fiore o dire una semplice preghiera”.

Nel 2021 ha perso il marito e mostra la tomba “non insieme, ma a fianco perché è giusto che Drazen abbia la sua gloria e il suo papà gli stia accanto come ha sempre fatto nella sua vita”. Ci sono giornalisti e fotografi, un paio di questi chiedono di potermi intervistare e accetto con molto piacere. Arriva una delegazione della Dinamo Zagabria che deposita una corona, rigorosamente blu come il colore del club calcistico e della città, accende un cero e fa una preghiera. Un segno della croce cattolico, perchè il paese è all’85 per cento di questa religione. 

 

QUEL TRISTE 7 GIUGNO DEL 1993 - Il 7 giugno in Croazia è lutto nazionale, non dal punto di vista istituzionale ma emotivo. Il paese si ferma per ricordare e celebrare Drazen, che un incidente stradale a Derkendorf, in Baviera, ha portato via alla nazione e al mondo intero. Trent’anni dopo il suo ricordo è ancora vivissimo, a cominciare da quando si atterra all’aeroporto di Zagabria, intitolato a Franjo Trudman, primo presidente della Croazia indipendente nel 1992. Ci sono le foto di Luka Modric che fa da testimonial ad una carta di credito croata, ma l’autista che mi accompagna in centro città si affretta subito a dire che “sì, il calcio qui in Croazia domina, ma noi abbiamo altri campioni da ricordare, per esempio Petrovic, un mito che vive nei nostri cuori e lo sarà per sempre”. Lo stesso la guida del tour cittadino prenotato dall’Italia per sfruttare uno dei pochi momenti liberi di questo viaggio. “La Croazia è famosa per tanti sport, ma il basket ha dato e continua a dare campioni ineguagliabili”. Tipo Drazen chiedo, ben sapendo la risposta. “Certo, Drazen. E’ sempre in cima ai nostri pensieri, ogni giorno”. 

Piove a Zagabria, una pioggia battente che sembra quasi anticipare una velata tristezza che il 7 giugno avvolge i croati, come ogni anno. Oggi più che mai, trent’anni dopo da quel tragico pomeriggio. Drazen aveva segnato 30 punti in una partita di qualificazione agli Europei giocata in Polonia. Aveva chiesto di non salire sull’aereo che riportava la squadra in patria. Ha paura di volare, quando lo fa è sempre controvoglia. Quel pomeriggio Klara, la fidanzata, noleggia una macchina e parte, anche se le condizioni meteo sono proibitive. Sulla autostrada A9, vicino Denkerdorf, in Baviera, un tir sbanda e invade la corsia dove sta viaggiando l’auto con Drazen. L’impatto è violentissimo, Drazen viene sbalzato fuori dall’abitacolo e muore praticamente sul colpo. A nulla servono i soccorsi. Sono le 17.20, minuto più, minuto meno, la notizia arriva in pochi minuti in Croazia e al resto della squadra che intanto è atterrata, anch’essa tra mille difficoltà e turbolenze in volo. Il paese si ferma, nulla sarà come prima. 

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LE CELEBRAZIONI A ZAGABRIA E SEBENICO - E oggi, allo stesso orario, al memoriale dedicato a Drazen, alla Cibona Arena, il campo che ha consacrato Drazen prima che spiccasse il volo verso il Real Madrid e poi in Nba, c’è una commemorazione. Semplice, composta, ma sentita e partecipata. Popolo fiero quello croato, anche nello sport e nel ricordo di Drazen. La stessa compostezza che abbiamo trovato a Sebenico, sua città natale, i cui luoghi della sua infanzia sono quasi da scovare in mezzo a palazzine basse e un pò anonime. Entro nel portone, provo a suonare alla porta di casa, ben sapendo che nessuno risponderà. Nel cortile c’è ancora parcheggiata la Golf con la quale Drazen ha perso la vita, un cimelio che mette i brividi. Affianco un murales con la sua immagine e i simboli delle squadre in cui ha giocato e altri poco lontano. Il campetto dove si rifugiava ogni volta che tornava a casa è ben curato, c’è una statua di Drazen da giovane. Nella palestra della scuola comunale si organizza in questi giorni un torneo Under 20 tra rappresentative di Croazia, Repubblica Ceca, Canada e Russia. E chissà che tra questi non ci sia qualcuno che possa avvicinarsi a Drazen e possa diventare un campione come lui.

Fiori anche qui, qualcuno ha pensato a lui. Il caffè Mozart, a lui dedicato, è un trionfo di fotografie e maglie del Sibenik, la sua prima squadra. C’è qualcuno che dice di averlo conosciuto il “diavolo di Sebenico” e addirittura di aver giocato con lui. Tra una birra e un’altra è facile dire cose che difficilmente possono essere smentite. Insistono per pagare loro, ringraziando chi “dall’Italia è venuto appositamente per celebrare il loro Drazen”. Si riparte felici, il tempo di alcune foto personali con la maglia dei Nets sotto la sua statua davanti al palazzo dello sport di Zagabria dove gioca il Cibona (luogo un pò decadente a dirla tutta) e il bagaglio acquisito in questi tre giorni è completo. Trent’anni dopo, Drazen vive ancora. Da sempre e per sempre. 

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 15:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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