Russia, lascia il capo dell'antidoping. Il Cremlino: accuse infondate. Cio pronto a ritirare le medaglie. Gli Usa: no dubbi su indagine Wada

Sabato 21 Novembre 2015 di Redazione Sport
Russia, lascia il capo dell'antidoping. Il Cremlino: accuse infondate. Cio pronto a ritirare le medaglie. Gli Usa: no dubbi su indagine Wada

Si è dimesso Grigori Rodchenkov, il direttore del laboratorio anti doping di Mosca che oggi ha sospeso la sua attività dopo che la Wada - l'agenzia mondiale anti doping - ha deciso di revocargli l'accredito in seguito al rapporto di una commissione nominata dalla stessa Wada.

Lo rende noto alla Tass il ministro dello sport russo Vitaly Mutko.

«Vista la politica di tolleranza zero nei confronti del doping, il Cio prenderà tutte le misure e le sanzioni necessarie per quanto riguarda l'eventuale ritiro e riassegnazione delle medaglie, nonché l'esclusione dai futuri Giochi», ha fatto sapere il Cio dopo il Report Wada. «I risultati dei test antidoping di Sochi «sono credibili» ma «saranno ritestati.

«Il Comitato Olimpico Internazionale sta monitorando attentamente la situazione dopo il Report dell'Agenzia mondiale antidoping, pubblicato ieri - si legge nel comunicato ufficiale del massimo organismo dello sport mondiale - e invita la Iaaf (l'Associazione Internazionale di Atletica Leggera) e la Wada di considerare tutte le misure necessarie per proteggere gli atleti puliti e ristabilire la fiducia». Il Comitato Esecutivo dell'organismo presieduto da Thomas Bach, riunitosi oggi pomeriggio, «ha deciso, su proposta della Commissione etica, di sospendere provvisoriamente Lamine Diack, l'ex presidente della Iaaf, dal suo ruolo di membro onorario del Cio».

Più nello specifico e per quanto riguarda i Giochi Olimpici, «il Cio ha chiesto alla Iaaf di avviare procedimenti disciplinari contro tutti gli atleti, allenatori e dirigenti che hanno partecipato ai Giochi Olimpici e sono ora accusati di doping nel rapporto della Commissione indipendente. Con la sua politica di tolleranza zero contro il doping, e a seguito della conclusione della procedura investigativa, il Cio prenderà tutte le misure e le sanzioni necessarie per quanto riguarda il ritiro e alla riassegnazione di medaglie, nonchè l'eventuale esclusione di atleti, allenatori e funzionari dai futuri Giochi Olimpici».

Inoltre, il Cio fa sapere di aver «studiato il funzionamento del laboratorio accreditato Wada a Sochi durante i Giochi Olimpici Invernali del 2014, anche a seguito dei dubbi espressi ieri durante la conferenza stampa della Commissione indipendente. In questo contesto - precisa il comunicato - il CIO si basa sulla allora relazione del gruppo osservatore indipendente WADA che non fa menzione di tale irregolarità. Nè tali irregolarità sono segnalate da altri esperti internazionali coinvolti. Pertanto - conclude il Comitato olimpico - il CIO non ha motivo di mettere in discussione la credibilità dei risultati dei test antidoping effettuati ai Giochi Olimpici Invernali 2014. Tuttavia, il Cio mantenendo tutti i campioni di doping per dieci anni, potrà ritestare i campioni in modo appropriato qualora dovessero sorgere dubbi. In ogni caso, il Cio potrà ripetere i test una volta che nuove tecniche scientifiche diventeranno disponibili».

Non ci sono prove per sostenere le conclusioni della Wada sugli atleti russi che, a ora, appare privo di fondamento, afferma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov il giorno dopo la pubblicazione delle accuse, in un documento dettagliato di 323 pagine, in cui si denuncia l'uso diffuso di sostanze proibite nello sport russo e la copertura del governo e perfino dell'Fsb. Il ministro dello sport Vitaly Mutko assicura invece la disponibilità della Russia a fare fronte a eventuali irregolarità «di qualsiasi tipo» da parte dell'agenzia antidoping nazionale. Dagli Usa replica il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest: «Non ritengo che ci siano motivi per mettere in dubbio» i risultati dell'indagine della Wada.

Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 09:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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