La vicenda Djokovic continua a tenere banco nel mondo del tennis e non solo. Nonostante l'ok del giudice Kelly che ieri ha autorizzato il rilascio del giocatore (che è tornato ad allenarsi in attesa della decisione del ministro dell'immigrazione australiano), c'è ancora chi non è d'accordo sulla sua ammissione: «Se alla fine il governo australiano permetterà a Novak Djokovic di scendere in campo e difendere il titolo all'Australian Open gli altri tennisti dovrebbero scioperare e lasciarlo solo in campo - ha detto Nicola Pietrangeli -.
Barazzutti: vicenda Djokovic grottesca
«La situazione è grottesca, ogni giorno ci arrivano notizie diverse, mi auguro che su questa storia piena di ombre vengano fuori informazioni chiare, sulla posizione del governo australiano e su Djokovic che resta un grandissimo atleta e deve avere, se ci sono i presupposti, la possibilità di giocare», ha detto all'Adnkronos l'ex capitano azzurro di Coppa Davis, Corrado Barazzutti. «Adesso sembrerebbe che Djokovic ha fatto una dichiarazione falsa (in merito all'aver viaggiato nei 14 giorni precedenti l'arrivo in Australia ndr), però questo è un discorso completamente diverso dall'essere esentato dal vaccino. È una situazione molto complessa e complicata, anche un pò curiosa - prosegue Barazzutti -. Io ho sempre detto e ribadisco che Djokovic aveva il diritto di chiedere di partecipare se pensava ci fossero i presupposti per chiedere l'esenzione dal vaccino». «Adesso il ministro dell'Immigrazione dovrà valutare un po' tutto e far luce sul perché Djokovic ha scritto il falso nel formulario, presumo che qualche sanzione verrà presa. È importante fare chiarezza anche per Djokovic che dopo questa vicenda, se dovesse giocare, potrebbe trovare una certa ostilità da parte del pubblico in un Paese che sulla lotta al Covid ha adottato una politica di estremo rigore», conclude.