Deborah Compagnoni: «Ora sulla neve solo per divertirmi»

Lunedì 31 Ottobre 2016 di Mario Nicoliello
Deborah Compagnoni: «Ora sulla neve solo per divertirmi»
MODENA Il piglio è lo stesso dei tempi migliori, quando nei mesi invernali Deborah Compagnoni entrava ogni domenica nelle case degli italiani. All'epoca il pranzo del dì festivo era allietato dalle discese vincenti della valtellinese e di Alberto Tomba. Oggi gli sciatori azzurri stentano a catturare la scena, mentre le vecchie glorie vivono ai margini del Circo Bianco. Correva il marzo del 1999 quando la Compagnoni salutò la compagnia dopo aver vinto 3 ori olimpici, altrettanti mondiali e la coppa del mondo di gigante. «Sono passati più di 17 anni, ma sembra ieri. I miei anni agonistici sono stati davvero belli, nonostante i tanti infortuni», racconta la 46enne valtellinese, ospite d'onore alla fiera Skipass nella serata in cui, festeggiando i 50 anni della Coppa del mondo, la Fisi ha introdotto la Compagnoni nella propria Hall of Fame. «Sono orgogliosa di questo riconoscimento e mi ha fatto piacere rivedere tante persone che mi sono state vicine quando gareggiavo. Ho vissuto con la tuta azzurra stagioni stupende, nelle quali i successi hanno dato un significato ai sacrifici e ai tanti momenti difficili».
RECORD FEMMINILE
La Compagnoni è stata per quasi un decennio la prima donna dello sport italiano: «Ai miei tempi non c'erano tante sportive italiane vincenti come adesso. Eravamo poche e tutte semplici. Non ho rimpianti della mia carriera, forse avrei potuto affrontare in maniera diversa alcune cose, ma di certo non avrei mai vinto la Coppa generale. Non avevo infatti continuità lungo l'intera stagione, ma preferivo concentrarmi sulle gare importanti».
Sposata con Alessandro Benetton e madre di tre figli, Deborah continua a sciare («Solo per divertirmi con la famiglia. I miei figli non fanno gare e di questo sono contenta perché lo sci ad alto livello è gravoso») e a seguire in tv le gare («I risultati della squadra italiana sono altalenanti, manca la costanza di rendimento che è necessaria per riportare l'interesse della gente sullo sci»), ma preferisce non impegnarsi in prima persona nel mondo della neve: «Chi sceglie di fare il dirigente o l'allenatore deve dedicare del tempo, al momento non mi interessa. Mi accontento di andare al parterre nella gara di casa, a Santa Caterina Valfurva, e a Cortina. Sono contenta che nella Perla delle Dolomiti ci saranno i Mondiali 2021». Nessuna nostalgia del passato quindi «ma se c'è una cosa che mi manca del mondo dello sci agonistico è la libertà».
PARERI DI CAMPIONESSA
La campionessa della Valfurva non si paragona a nessuna delle sciatrici odierne («Non si possono fare i confronti perché lo sci si è voluto con importanti cambiamenti nella tecnica e nei materiali»), ma elogia la ventenne Marta Bassino, fresca del terzo posto nel gigante di Soelden: «È cresciuta rispetto al passato e sta pian piano maturando. Ha una tecnica molto essenziale, ma moderna, giusta. Può migliorare tanto fisicamente». E poi lancia una stoccata contro l'attuale situazione dello slalom femminile: «È davvero triste constatare le enormi difficoltà dell'Italia in questa disciplina. Già ai miei tempi non avevamo una squadra forte, ma adesso siamo completamente assenti». Tra le campionesse attuali dello sport italiano la Compagnoni sceglie Federica Pellegrini come modello «perché rappresenta un grande esempio di come impegno e costanza nell'allenamento possano garantire risultati per lungo tempo». Infine, se dovesse scegliere una vittoria come copertina del libro della sua carriera Deborah opterebbe per il gigante di Nagano 1998: «É stata l'ultima medaglia d'oro, quella che dovevo vincere a tutti i costi nella mia Olimpiade conclusiva».
 
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