SenzaGiro, la corsa rosa "letteraria" restituisce la gloria sfuggita a Simon Yates: battuto Nibali per 9"

Domenica 7 Giugno 2020 di Giovanni Piva
Corridori fermi nella realtà, a causa del coronavirus, ma il corsa nel raccoto di fantasia dei narratori di SenzaGiro. Illustrazione di Pietro Corraini

Da Budapest a Milano, con squadre vere, campioni, cronisti e inviati per 21 tappe ed altrettante giornate di ciclismo, nonostante il Virus. E' partito come avevano promesso e si è concluso come sempre con una classifica finale il racconto di SenzaGiro, l'idea nata per proporre alle folle di appassionati che si attendevano in maggio la Corsa Rosa, qualcosa da leggere, gustare giorno dopo giorno e commentare, pur con le squadre e gli atleti a ruote ferme. Come tutta Italia, come tutto il mondo.
Lo hanno raccontato con sentimento, con fantasia e con allegria, come se stesse esistendo davvero e non fosse tutta un'invenzione nella quale gli unici dati reali sono stati i nomi dei protagonisti, i luoghi che la corsa, rinviata per il blocco, avrebbe dovuto attraversare, e i riferimenti storici. Gli elementi che da sempre, o più precisamente dal 1909, fanno la storia e il fascino del Giro d'Italia, unitamente agli imprevisti e alle sorprese che sempre lo sport in un modo o nell'altro sa regalare ai suoi tifosi.
Ma questa volta gli imprevisti sono stati inventati a tavolino, pensati e perfezionati intorno ad una trama che si dipanava giorno dopo giorno e passando di mano in mano, o meglio di penna in penna, tra gli autori. I loro racconti di “tappa” sono stati tradotti anche in inglese ed in spagnolo e la fanta-cronaca ha trovato lettori anche all'estero, in quell'Europa chiusa a riccio dalla minaccia-coronavirus. Abituati a narrare la corsa e ad esser avvinti essi stessi dalle gesta reali dei ciclisti, giornalisti, suiveurs e romanzieri avevano a disposizione tutti gli ingredienti del menù per poter confezionare un piatto ricco e prelibato. Un gran Giro. Così, si sono ricordati di Simon Yates, il britannico della Mitchelton-Scott che nel 2018 era stato scippato dalla strada dopo un percorso di tre settimane quasi impeccabile, salvo quel crollo finale apparso ingiusto anche se si sa che lo sport è così. Ed hanno ridato a Simon ciò che avrebbe dovuto essere di Simon. E' a lui che l'ultimo narratore di SenzaGiro ha dato la vittoria finale, l'ultimo sorriso sul palco, in maglia rosa. Troppo scontato e patriottico sarebbe stato - potendolo benissimo fare - far vincere il Vincenzo nazionale: meglio darlo battuto, di poco più d'un soffio (9 secondi) e farne l'eroe mancato del "Giro mancato". Ma non gli si son fatte mancare, a Vincenzo Nibali, le giornate di gloria e le maglie rosa da indossare, fino a due tappe dalla fine, fino a quasi il trionfo. Così come non si son fatte mancare al garibaldino Richard Carapaz, vincitore "vero" nel 2019 e dunque campione uscente, le chances di calare sul tavolo rosa un clamoroso bis targato Ecuador.
Altri dettagli non ne vogliamo dare, poichè le belle cronache, di pura fantasia, sono visibili sul sito senzagiro.com.

Questa comunque la classifica finale, in attesa di vedere cosa potrà succedere davvero nel Giro d'Italia numero 103 riprogrammato in autunno, dal 3 al 25 ottobre 2020.
ORDINE D'ARRIVO: 
1. Simon Yates, 2. Vincenzo Nibali a 09",
3. Richard Carapaz a 13",
4. Carlos Alberto Betancur a 1'16",
5. Romain Bardet a 2'22",
6. Wilco Kelderman a 3'06",
7. Domenico Pozzovivo a 4'10",
8. Miguel Ángel López a 4'12",
9. Damiano Caruso a 4'18",
10. Remco Evenepoel a 4'32".

Al veronese Elia Viviani la maglia ciclamino, indossata dal secondo giorno fino alla fine, a Neilands la maglia azzurra e al giovane Evenepoel la maglia bianca. E, alla fine, anche qualcosa di concreto oltre a tanto lavoro di fantasia? Si certo, a parte il piacevole passatempo donato per tre settimane a tanti “chiusi in casa” la raccolta fondi avviata e tutttora attiva in favore della cooperativa Sociale Namasté di Bergamo.

Ultimo aggiornamento: 21:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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