Ballerini: «Tour de France emozione unica. Cavendish si fida di me, non lo deluderò»

Venerdì 25 Giugno 2021 di Carlo Gugliotta
Davide Ballerini

Solo nove italiani compongono la spedizione italiana al Tour de France.

La corsa transalpina prenderà il via domani con una tappa in linea di 198 km da Brest a Landerneau e si chiuderà il 18 luglio a Parigi, dopo tre settimane che promettono grande spettacolo. I contendenti principali per la maglia gialla sono molti, a cominciare dal duo sloveno formato dal campione uscente Tadej Pogacar e Primoz Roglic, ma la Ineos Grenadiers di Geraint Thomas e Richard Carapaz vuole tornare a riconquistare il gradino più alto del podio. I nove azzurri al via molto difficilmente potranno lottare per il simbolo del primato, visto che almeno sulla carta Vincenzo Nibali affronterà il Tour per preparare i Giochi Olimpici, ma è lecito sperare che possa arrivare qualche vittoria di tappa. Uno degli italiani più promettenti al via del Tour de France 2021 è Davide Ballerini: il ventiseienne di Cantù sta affrontando la stagione delle prime volte, in quanto è al debutto assoluto alla Grande Boucle e per la prima volta in carriera è riuscito ad imporsi in una delle più importanti corse in Belgio, la Omloop Het Nieuwsblad.


Come ci si sente al via di un Tour de France?
«Sicuramente c’è molta emozione, non lo posso nascondere. Noi della Deceuninck-QuickStep partiamo con l’obiettivo di fare bene in volata con Mark Cavendish e io sarò uno dei suoi uomini di fiducia, anche se in alcune circostanze potrei prendermi delle libertà di azione. Certo, sarà molto difficile lottare con un Sonny Colbrelli in questa condizione di forma: al campionato italiano ha fatto un numero importante, e anche al Delfinato è andato fortissimo. Non sapevo che Mark fosse vicino al record di Eddy Merckx, che ha conquistato 34 vittorie di tappa al Tour. Cav ha 30 successi all’attivo, ma con noi non ne parla mai. L’ambizione di raggiungere questo traguardo ci darà ancora più motivazioni».

Al suo fianco ritrova anche Kasper Asgreen, al quale ha dato un grande aiuto per vincere il Giro delle Fiandre. Che rapporto c’è tra di voi?
«Per me Kasper è un maestro, una grande persona. Da lui ho davvero molto da imparare. Mi aiuta a capire quali sono i dettagli che possono fare la differenza a livello tecnico, come le accortezze da utilizzare per la bici. Guardarlo e imparare da lui è molto formativo».

Dopo il Fiandre si è preso un periodo di riposo. Come ha gestito queste settimane?
«La prima parte di stagione è stata eccezionale, ho vinto fin da subito e sono riuscito a trionfare anche in Belgio, alla Omloop Het Nieuwsblad: in quella circostanza Julian Alaphilippe, con la maglia di campione del mondo, si è messo a lavorare per me, per farmi vincere. Dopo il Giro delle Fiandre ho svolto un periodo in altura e sono molto felice del lavoro che ho svolto perché sento che le gambe girano a dovere. Il nostro obiettivo è quello di farci trovare pronti su tutti i terreni, visto che animeremo la corsa anche per permettere a Julian di fare bene. Servirà tanta energia e anche tanta fortuna per poter fare delle buone tappe».


Sta già pensando al mondiale, visto che si svolgerà in Belgio?
«Adesso c’è il Tour, ma non posso nascondere che ci sto pensando da dopo il Giro delle Fiandre. E una settimana dopo il mondiale ci sarà la Parigi-Roubaix, la corsa dei miei sogni. Saranno dieci giorni di fuoco quelli che mi attendono tra fine settembre e inizio ottobre, ma voglio veramente fare il massimo. Saranno i miei due più importanti obiettivi di questa stagione».

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