Caso Aderlass, albumina e acqua salata per nascondere il doping. L'indagine verso Spagna, Italia e Nord Europa

Domenica 31 Maggio 2020 di Francesca Monzone
Caso Aderlass, albumina e acqua salata per nascondere il doping. L'indagine verso Spagna, Italia e Nord Europa
Continuano ad arrivare indiscrezioni riguardanti l’Operazione Aderlass, dove l’attore principale, il dott. Mark Schmidt avrebbe iniziato a fare rivelazioni importanti, sull’utilizzo di sostanze proibite utilizzate già dal 2011. Si tratta dell’operazione antidoping più grande di sempre, che dagli sport invernali è arrivata al ciclismo, puntando dritto al Tour de France. In carcere dal marzo del 2019, il medico di Erfurt, rimane in custodia nonostante una richiesta di scarcerazione rigettata lo scorso aprile dal tribunale di Monaco e con lui anche i suoi aiutanti. Tutto è partito dallo sci nordico, ma le indagini in modo silenzioso sono arrivate fino al ciclismo, soffermandosi sul Tour del 2017 e del 2016. I campioni di sangue per i controlli antidoping, per regolamento possono essere conservati anche per lunghi periodi e in questo caso, è stato facile testare nuovamente quello prelevato 3 e 4 anni fa. Molte notizie stanno arrivando non solo dal Belgio, dove nel laboratorio di Gand, si stanno facendo le nuove analisi, dove è stato rinvenuto un nuovo prodotto arrivato dal mercato americano, informazioni stanno arrivando direttamente dal fascicolo tedesco di Schmidt, che contiene dichiarazioni importanti. A quanto pare si tratterebbe di una macchina che avrebbe raggiunto molti Paesi europei, tra cui Estonia, Kazakistan, Austria, Germania, Slovenia, per finire con l’Italia. Da non dimenticare il lato svizzero della vicenda. Oltre alle notizie arrivate dal medico tedesco, ci sono anche quelle del croato Dario Nemec e dell’allenatore estone Mati Alaver, già condannato a 4 anni e che hanno rilasciato informazioni importanti. Oltre all’ormone della crescita, si parla di Epo e trasfusioni, per poi arrivare alla famosa sostanza fino ad ora ignota. Gli indagati, hanno precisato anche le metodologie utilizzate per rendere meno tracciabili le sostanze usate su consiglio del medico tedesco, come acqua salata e albumina. Si arriva ora a una sostanza sconosciuta prima ma che adesso, con le nuove metodologie è stata tracciata. Alcune indiscrezioni parlerebbero di oltre 500 provette analizzate nuovamente, non prese a campione, ma analizzate seguendo un discorso chiaro che porta alla Grand Boucle e a nomi precisi. L’UCI ha già ricevuto i nuovi risultati, nei quali si troverebbero i test di atleti per lo più europei. Nomi importanti dicono alcuni, che disegnerebbero un triangolo nel Vecchio continente, partendo dalla Spagna, fino al Nord Europa, per fermarsi proprio nel nostro Paese. I risultati ci sono e anche i nomi, con indiscrezioni già uscite in gennaio. Ora sarà la Federazione Ciclistica Internazionale ad andare avanti con i procedimenti, comunicando ai diretti interessati la positività e le conseguenza derivanti dall’uso di sostanze proibite.
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