Cinquanta sfumature di pugni: storie e leggende dei pesi massimi della boxe

Lunedì 1 Agosto 2022 di Ivan Malfatto
Muhammad Ali, campione del mondo dei pesi massimi, il più grande

Scriveva Jack London: «Preferirei di gran lunga essere il campione del mondo dei pesi massimi - cosa del resto impossibile - che re d’Inghilterra, presidente degli Stati Uniti o Kaiser di Germania». Il fascino dell’uomo più forte del mondo non ha paragoni, neanche al cospetto di quello più potente. Lo conferma un’altra frase detta da chi campione lo è stato davvero, Rocky Marciano: «Cosa c’è di meglio di camminare per strada in qualsiasi città e sapere di essere il campione del mondo dei pesi massimi».

Fra i binari sportivi e letterari delle due citazioni viaggia scorrevole nella lettura come un treno in corsa “Giganti del ring. Storie e leggende di 50 pesi massimi” (pag. 174, euro 18,50) , il nuovo libro della case editrice inContropiede di Dolo (Venezia), autore Claudio Colombo, penna del Corriere della Sera, appassionato di boxe.

Uno sport che in Italia, a differenza di altri Paesi, ha perso molta popolarità, ma conserva intatto il suo fascino.

La storia raccontata da Colombo comincia esattamente 130 anni fa. Quando il 7 settembre 1892, a New Orleans, si disputa infatti il primo campionato mondiale fra pugili con i guantoni. Due pesi massimi. Dai protagonisti di quella sfida, John L. Sullivan eroe della giovane America e il suo giustiziere Jim ”Gentleman” Corbett capace di fare della boxe un’arte, fino agli attuali campioni in carica Tyson Fury (il re dei gitani) e Oleksandr Usyk (i pugni dell’Ucraina contro la guerra d’aggressione russa) la carrellata di pugili, soprannomi originali e storie sono uno più avvincente dell’altro.

Fra di loro c’è ovviamente Primo Carnera, il “Gigante buono” emigrato dal Friuli, l’unico italiano campione del mondo insieme a Francesco Damiani (lui però solo di una sigla, la Wbo). E poi Muhammad Ali, il più grande, Jack Johnson, il primo campione nero, Mike Tyson, l’ultimo grande idolo, e tanti altri. Per ogni campione un ritratto, caratterizzato umanamente, con dettagli che vanno oltre i dati di cronaca. Cinquanta uomini che sono stati (o sono tuttora) i re del mondo. Come sognava di diventare, consapevole dell’impossibilità di riuscirci, Jack London.

Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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