L'esclusione dalla squadra azzurra dalle Olimpiadi di Tokyo è scongiurata. Il consiglio dei ministri ha appena approvato il decreto legge sull'autonomia del Coni, che arriva alla vigilia del comitato esecutivo del Cio che ha all'ordine del giorno la questione. Gli atleti italiani dunque evitano il rischio di dover gareggiare in Giappone sezna bandiera e senza inno, dietro la definizione di atleti neutrali. «Per l'espletamento dei compiti relativi al proprio funzionamento e alle proprie attività istituzionali, il Coni è munito di una propria dotazione organica» di 165 persone al massimo, di cui fino a dieci dirigenti: è questa la misura contenuta nel decreto legge che permette di superare le obiezioni sull'autonomia del Coni, in vista delle prossime Olimpiadi.
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha subito informato al telefono il n.1 dello sport mondiale, Thomas Bach. Malagò ha interrotto il cda di Milano-Cortina e ha detto al presidente del Cio «la legge è ok, l'autonomia è salva». «Sono molto felice», la replica di Bach.
Soddisfatto anche il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora: «Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto contenente le norme che sanciscono l'autonomia del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.