Addio a Beppe Donazzan, giovedì l'ultimo saluto nella sua Pove

Martedì 29 Gennaio 2019 di Claudio De Min
Addio a Beppe Donazzan, giovedì l'ultimo saluto nella sua Pove
«Un uomo di grande sensibilità», lo piangono la moglie Maria Teresa e i figli Marco e Luca, con lui fino all'ultimo, ma la scomparsa di Beppe Donazzan (giovedì, alle 15, le esequie a Pove del Grappa), che avrebbe compiuto 70 anni a marzo e si è spento ieri a Bassano, la sua città, molto addolora anche chi, come noi, ha percorso assieme a lui tanta strada, dentro un giornale diventato la nostra seconda casa e la nostra seconda famiglia, e i tantissimi che lo leggevano e lo stimavano.
Beppe ha attraversato tutto il mondo del giornalismo, però è stato più di ogni altra cosa un giornalista sportivo, in una carriera iniziata da ragazzo ad Autosprint e conclusa, nel 2009, quando lasciò a malincuore, per pensionamento, Il Gazzettino, dopo 25 anni, oltre la metà dei quali nella redazione sportiva, prima da redattore, poi da vice caposervizio, infine per oltre un decennio da caporedattore. E se il suo vero, grande amore, sono stati, sempre e da subito, i motori, che ha raccontato con voce scrupolosa, autorevole e innamorata, Beppe ha saputo cogliere ogni occasione per appassionarsi ad altre storie, a cominciare da quelle dei grandi campioni degli sport invernali, da Alberto Tomba a Manuela Di Centa, da inviato del Gazzettino alle Olimpiadi invernali di Lillehammer nel 1994, quelle della leggendaria staffetta 4x10 di fondo, quando gli azzurri Fauner, De Zolt, Vanzetta, Albarello, gelarono un'intera nazione, la Norvegia, dove il fondo è religione.
Stravedeva per i grandi rallisti veneti, da Munari a Biasion, dei quali è stato tifoso e amico, come di Riccardo Patrese, il padovano campione della Formula 1. Ha adorato Senna (gli ha dedicato Immortale) e Schumacher, protagonisti di quattro della quindicina di libri scritti per Marsilio, Limina, Mare Verticale, Ultra, Nada, Antiga - nei quali ha raccontato i grandi piloti, la leggenda del rally di San Martino, quella Ivano Beggio, il Signor Aprilia. Ma anche industriali come Claudio Buziol (Replay) e Angelo Carlo Festa (Belfe).
Non ha mai rinunciato ad un evento, anche quando dietro l'affascinante intestazione dal nostro inviato non erano mica tutte rose e fiori, nei deserti, splendidi e infidi, della Parigi-Dakar (alla quale partecipò anche da copilota) come al Rally dei Faraoni, nelle notti in tenda dove la colonna sonora erano i barriti degli elefanti e le cene preparate dai beduini erano preoccupanti e misteriosi intrugli. Fino alla baia di San Diego, in California, al seguito delle vele del Moro di Venezia e a quella di Auckland, in Nuova Zelanda, con Luna Rossa. Ha raccontato per il Gazzettino la Formula 1, la Ferrari, i suoi grandi campioni con scrupolo, precisione e una competenza alimentate dalla passione sconfinata. La stessa che aveva per il suo, il nostro mestiere. Fino all'ultimo.
 
Ultimo aggiornamento: 15:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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