Morto Paolo Beldì, il regista tv di Fabio Fazio e Celentano: aveva 66 anni

Sabato 3 Luglio 2021
Paolo Beldì

È stato trovato morto nella sua casa a Stresa il regista Paolo Beldì. Ieri sera è stata un'amica di Novara a dare l'allarme non vedendolo arrivare per guardare la partita Belgio-Italia.

I soccorritori l'hanno trovato già senza vita. Probabilmente si è trattato di un infarto. Tra poco sarebbe stato il suo compleanno e avrebbe compiuto 67 anni.

È stato un regista televisivo molto importante che ha firmato trasmissioni memorabili come "Quelli che il calcio" (con Fabio Fazio prima e poi l'edizione con Simona Ventura), "Mi manda Lubrano" ma anche di tre festival di Sanremo e i programmi con Adriano Celentano.

La vita e la carriera

Novarese, figlio di un pubblicitario, Beldì aveva esordito come comico in radio per poi passare alla regia negli anni 80 nella neonata Fininvest per programmi di intrattenimento e sportivi da Banzai a Mai dire Mundial, lui super appassionato di calcio e tifoso sfegatato della Fiorentina.

Nello stesso periodo firma come autore le musiche originali di Drive in per quattro anni con Roberto Negri ed esordisce nel varietà grazie ad Antonio Ricci che lo chiama a dirigere prima Lupo solitario e dopo Matrjoska. Negli anni Novanta passa alla Rai, regista tra gli altri di Mi manda Lubrano e poi di Svalutation con Celentano.

 Ed è proprio con una trasmissione Rai, Diritto di replica insieme a Fabio Fazio e Sandro Paternostro, che viene fuori quella che sarà sempre la sua firma: l'indugio sui dettagli, da un calzino abbassato a una scarpa, particolari che creano il caso come quando riprese uno spettatore addormentato nella platea di Sanremo. In trent'anni di carriera è dietro la macchina da presa di tantissimi programmi storici tante volte con Celentano che segue in Francamente me ne infischi (1999) Rockpolitic (2005) e La situazione di mia sorella non è buona (2007) . Sua la regia di tre Festival di Sanremo, i due condotti da Fazio e poi nel 2006 per Panariello. Ha scritto anche tre libri, il primo nel '96 ("Perché inquadri i piedi?") dedicato proprio alla sua scelta di curare i particolari, gli altri alla sua passione viola.

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA