Enrico Brignano torna su Rai 2 il 22 e 29 dicembre. «Nessuno mi ha chiesto di candidarmi»

Giovedì 17 Dicembre 2020 di Ilaria Ravarino
Enrico Brignano torna su Rai 2 il 22 e 29 dicembre. «Nessuno mi ha chiesto di candidarmi»

Tornerà il 22 e il 29 dicembre su Rai2, con due prime serate da un'ora, Un'ora sola vi vorrei Per le Feste, lo show di Enrico Brignano già portato sulla seconda rete, in cinque puntate, lo scorso ottobre.

Tra monologhi, ospiti (il cantante Mario Biondi, il ballerino Stefano De Martino, il musicista Nicola Piovani tra i primi invitati) e momenti musicali, «ritorniamo a grande richiesta dice il 54enne attore romano i giornali hanno scritto che la rete ha fatto ascolti sotto alle aspettative, e che ci chiamano per questo. Non so se sia così, ma siamo onorati di esserci. Cercheremo di far divertire la gente».

Che Italia troverà davanti allo schermo?

«Un'Italia che fa i conti con storie drammatiche. E come in tutte le catastrofi, c'è chi lucra e chi si impoverisce».

A chi pensa?

«Ci sono aziende che sono fiorite come i supermercati e le farmacie. Chi vende il gel disinfettante e i saturimetri, i privati che vengono a farti il tampone a casa per 200 euro, uno scandalo. E poi c'è chi soffre, come gli operai Whirlpool licenziati con un sms».

Cosa risponde a chi le dà del populista?

«Che sono popolare, più che populista. Sono uno del popolo: mia madre faceva la fruttivendola e ora è pensionata, mio fratello lavora all'Ama. Sono populista se dico che vorrei vivere in un paese in cui il rispetto della salute e del lavoro siano fondamentali?»

Si sente del popolo anche se guadagna con la tv?

«Ma io guido il furgone, il camion e il camper. Faccio la differenziata, aiuto il giardiniere. Sto sempre a verniciare e scartavetrare, quando entro dal ferramenta mi suonano la Marsigliese. Se voglio essere generoso lo sono: nessuno dei parenti di mia moglie è benestante. Se mi cojoni, divento del popolo».

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L'ha mai querelata qualcuno?

«Non è mai capitato. Cerco sempre di salvare capra e cavoli. La comicità vera deve divertire anche chi chiami in causa. Non puoi sproloquiare. A meno di non avere una schiera di avvocati dietro le spalle».

I suoi video sono virali. Anche tra i complottisti. Che effetto le fa?

«Che colpa ne ho io se intervisto un finto negazionista e la gente in rete pensa che sia vero? Le persone dovrebbero ragionare di più, anche sul web. Non oso immaginare cosa succederà quando parlerò di vaccini».

E che direbbe?

«Ora non lo faccio, verrà il momento. In generale credo che la chiave per parlare alle persone sia evitare assolutismi. Dare una visione più democratica delle cose».

Democratica o democristiana?

«Democratica. Che ammetta la possibilità dell'errore». Lei è uno che chiede scusa? «Non tantissimo, ma avendo una famiglia sto imparando».

Asia Argento, dopo che difese Fausto Brizzi nella tempesta del #Metoo, voleva picchiarla. Le ha chiesto scusa?

«Lei non aveva capito la mia posizione e io forse non avevo capito bene la sua storia. È una donna impulsiva, un po' borderline. Io sono uno che sta sempre al centro, anche a tavola. Mai stato estremista. Solo su alcune cose non transigo».

Quali?

«Onestà e amicizia. Non sono uno stinco di santo, ma ho pagato i miei errori».

Quello peggiore?

«Una volta, parlando della Svizzera in un monologo, mi sono messo a ironizzare sul fatto che fosse un paese neutrale e ricchissimo, e che gli svizzeri ci trattano male. Mi sono ritrovato tutti contro» Due volte a Sanremo, nel 2013 e nel 2016.

Torna o ha fatto errori?

«Non credo di tornare con questa gestione qua. È come se hai una tavola da 12 e vengono a mangiare in 15».

La politica le interessa?

«Nessuno mi ha mai chiesto di candidarmi. Però stimo uno come Giletti. Da quando la Rai lo ha messo al bando, dice quello che pensa. Non è più uno da ora di pranzo».

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