Tiziano Ferro, l'anti influencer: «Non dico niente che possa cambiare le cose ma canto la mia vita ed è intoccabile»

Nel nuovo album anche una collaborazione con Sting

Martedì 8 Novembre 2022
Tiziano Ferro l'anti influencer: «Non dico niente che possa cambiarti la vita ma è la mia vita ed è intoccabile»

Tiziano Ferro - Dalla paternità all'omosessualità fino alla grande passione per la musica che lo ha visto di nuovo in sala di registrazione per un nuovo album che uscirà a brevissimo (l'11 novembre). Tiziano Ferro, 20 anni di carriera e 8 album, si racconta, parla dei figli Andres e Margherita, adottati insieme a suo marito Victor e del suo essere papà. «Io posso dirti con grande certezza che non sono uno di quelli che appena incontra qualcuno spiattella foto e video dei figli. I miei figli non sono dei geni, almeno fino a quando non lo saranno realmente, magari se avranno una laurea ad honorem ad Harvard ve lo farò sapere», ha detto in una lunga intervsta a Fanpage.

E no, Tiziano Ferro, non è di quelle celebrity che ama esporre all'occhio della fotocamera di un cellulare i suoi bambini. Niente selfie, non una scena di vita quotidiana, non uno sguardo indiscreto dentro le quattro mura domestiche in cui maturano le vite dei suoi piccoli figli. E c'è un motivo molto preciso che ha spiegato nella stessa intervista: «Su questo mi mantengo abbastanza discreto anche se devo dire che non è facile: non lo è perché comunque avrei voglia anche io di postare i primi passi di mia figlia o la prima candelina di mio figlio, però è come quando venivano degli amici a casa tua e tua mamma mostrava le foto di te da ragazzino facendoti vergognare. È un po' la stessa cosa: io non voglio proporre questo ai miei figli in scala globale e poi permanente, però faccio un po' di fatica, vorrei non fosse così, ma mi rendo conto che la cosa più giusta».

Tiziano Ferro: «Ho superato la crisi cantandola. A 28 anni ho iniziato con la terapia poi ho scoperto di essere anche depresso»

Tiziano Ferro anti influencer: chi ha milioni di follower non sempre riempie gli stadi (mentre è vero il contrario)

Si descrive come un anti influencer: «Mettiamo in chiaro questa cosa, io non sono nessuno, non sto per dirti nulla che può cambiarti la vita, questa è la mia storia, ti può non piacere, puoi non condividerla, però è intoccabile in quanto tale, perché esiste». L'immagine che dà l'artista originario di Latina è quella di un uomo solido che non si è fatto travolgere dal successo. Perché il successo può travolgere e diventare la misura di tutte le cose. E invece Ferro, a Francesco Raiola ha detto: «Secondo me il successo è una cosa effimera e non definisce la persona, ma non definisce neanche l'artista. Se tu hai qualcosa da dire e da dare, ahimè, non puoi misurare la capacità di essere in grado di farlo in base al successo, perché il termometro è sempre poco credibile. Devi misurarti con te stesso, devi capire tu se stai dicendo la cosa che volevi, se lo stai dicendo nella maniera giusta, bisogna assolutamente sostenere il fatto che il successo in quanto tale non sia il barometro della realtà». 

«Fino a cinque, sei anni fa, i social media ci stavano quasi convincendo che i follower erano il metro di giudizio: se sei tanto seguito allora hai successo, ti stanno ascoltando, sei forte. Poi ci siamo resi conto che un video, un clic e un follower sono anche qualcuno che ascolta, guarda e spia per curiosità, per prendere in giro il personaggio, perché lo odia, perché lo vuole veder cadere. Abbiamo cominciato a renderci conto che non è detto che milioni di follower voglia dire poter suonare negli stadi, perché quello, invece, richiede un gesto di partecipazione più reale, più vero. Bisogna acquistare il biglietto, prendere un impegno e poi andarci, insomma, adesso si inizia a intravedere la verità. Però ammetto che prima di intravedere questa verità un po' ho sofferto, perché ho perso la bussola», dice Ferro. 

 

I figli, i selfie e i video in cui papà canta

La fama è un tema con cui, se firmi autografi e calchi i palchi, bisogna avere a che fare. Bisogna gestire (in un'altra intervista Gabriel Garko ha parlato del suo essere famoso descrivendo la regola della Nutella: l'eventualità che venga a noia). «Forse è uno dei miei timori più grandi, perché loro (i figli, ndr) cresceranno in un ambiente, quello di Los Angeles, nel quale scrivere canzoni è un mestiere come tanti, ci si vive, chi meglio, chi peggio, è un mestiere rispettato, però finisce lì. Quando saremo in Italia, però, magari si chiederanno come mai un estraneo vuole fare una foto con papà e questa cosa mi fa un po' paura, anche se poi tutto diventa normale, la realtà rende le cose normali. Quando io non sono a casa, Victor fa vedere loro moltissime esibizioni e video miei e mi fa tenerezza perché chissà loro che penseranno. Per ora vedono solo il loro papà vedono me, la sovrapproduzione di un video, di un palcoscenico, non li stupisce e questa cosa mi consola». 

Il nuovo disco e Sting che ascolta Ferro

"Il mondo è nostro", il nuovo album di Tiziano Ferro uscirà venerdì 11 novembre. Dentro ci sono molte collaborazioni: da Roberto Vecchioni a Caparezza, tha Sup fino al mitico Sting. «Cioè Sting che ha scelto me, nel senso che tramite un amico comune scoprii che lui stava ascoltando un mio disco e si creò questo contatto molto surreale - ha spiegato a Fanpage - lui mi chiese se avessi avuto piacere di scrivere in italiano la mia strofa su questa canzone che parla della fatica nell'amore, degli sforzi reali, dello sporcarsi le mani, rompersi le ossa, perché i rapporti d'amore non sono soltanto faticosi a livello dell'anima, ma sono fatti di debiti, di economie, di stipendio, di malattie, di mediazione, di pazienza, di delusione.

Mi ha chiesto di andare dritto al sodo, cosa che per me è forse la cosa più facile da fare, quindi ho accettato il suo invito, non avrebbe potuto essere altrimenti e infatti nel disco ho voluto scrivere "Sting con Tiziano Ferro».

Paternità, diritti e musica, il ritorno di Tiziano Ferro

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA