La speranza di Renato Zero è di riuscire a mettere in piedi per il 2021, pandemia permettendo, un concerto-evento (o un'intera tournée) per festeggiare sui palchi i 70 anni compiuti a fine settembre. Con i suoi Sorcini e con alcuni amici, ai quali chiederà di reinterpretare i suoi successi. La lista degli invitati c'è già? «Sì. Mi piacerebbe che ci fossero Gigi D'Alessio, Massimo Ranieri, Bocelli, Mario Biondi, Tosca, tutti colleghi con i quali in passato abbiamo fatto cose preziose». E Loredana Bertè, compagna di avventure e disavventure? No, lei non ci sarà.
Renato Zero: «Sono stato ferito, ne ho le cicatrici. Più mi feriscono, più le ali si ingigantiscono»
SECONDO DISCO
L'ultima apparizione pubblica risale a meno di un mese fa, quando ha presentato il primo dei dischi di inediti della trilogia per i 70 anni, Zerosettanta. In quell'occasione se l'era presa un po' con tutti: dalle radio (accusate di passare solo immondizia) alla discografia, senza dimenticare le dichiarazioni su Achille Lauro suonate come un attacco al giovane collega («Con le piume io non giocavo a fare il clown»). Eppure Renato non ha esaurito le cartucce. Collegato via webcam dal suo studio per presentare il secondo capitolo del faticoso e impegnativo progetto (da ieri nei negozi), ha ancora risorse e argomenti.
I TEMI
Alcuni temi gli vengono offerti dall'attualità. La chiusura di teatri e cinema disposta dal decreto del premier per fronteggiare la diffusione del Covid-19, ad esempio: «Chi dice che la cultura non dà da mangiare è uno stronzo e forse neanche un buon italiano. I lavoratori aspettano da mesi la cassa integrazione. Scandaloso. Se noi non paghiamo le tasse ci vengono a prendere a casa. Ai colleghi dico: autotassiamoci, elargiamo una percentuale sugli incassi per coprire certe sofferenze». E la recente apertura del Papa alle unioni gay: «Non si può non essere d'accordo. Non voglio che accada più per nessuno, come è successo a me, che ti vengano fatte le risonanze magnetiche per capire che cosa hai nelle mutande». Altri, invece, arrivano dalla sua storia: «Bruciarsi è un attimo. Ho visto amici dimenticati. La musica è un mestiere. Prima di arrivare di fronte a un microfono bisogna essere pronti», riflette parlando di chi con un po' di visualizzazioni sul web finisce nelle reti dei pescecani della discografia. Venditti corteggia Billy Joel per un'esperienza dal vivo congiunta: se lei dovesse scegliere un collega internazionale per condividere il palco, chi chiamerebbe? «Elton John, per affinità anche caratteriali». Attesa per l'ultimo capitolo del progetto, che uscirà il 30 novembre.