Maneskin, la svolta pop per il debutto al cinema: la loro musica nel film “Elvis”

La band romana si esibirà stasera con il nuovo singolo "Supermodel" e sarà nella colonna sonora del film di Baz Luhrmann

Sabato 14 Maggio 2022 di Mattia Marzi
Maneskin, la svolta pop per il debutto al cinema: la loro musica in Elvis

Il business chiama, i Maneskin rispondono. I discografici e i manager americani vogliono una hit? Loro non battono ciglio, intenzionati a conquistare una volta per tutte gli Usa, dopo i successi di questi mesi e le tante allettanti opportunità che continuano ad arrivare. L'ultima della serie: Baz Luhrmann li ha voluti tra gli artisti che hanno contribuito alla colonna sonora di Elvis, il suo film sulla vita del re del rock, che sarà presentato tra pochi giorni a Cannes e uscirà nei cinema statunitensi il 24 giugno.

 


IF I CAN DREAM
Con il brano inciso per la pellicola, una cover di If I Can Dream che faranno ascoltare in anteprima questa sera a Torino in occasione del ritorno da superospiti all'Eurovision Song Contest a un anno da Zitti e buoni (il frontman si è slogato una caviglia - ieri la band ha annunciato all'ultimo momento che non avrebbe partecipato alle prove generali), Damiano David e soci proveranno a riconquistare quella fetta di pubblico che gli ha voltato le spalle ieri dopo aver ascoltato il singolo Supermodel.

Accusandoli di aver tradito le loro radici rock. E la promessa che avevano fatto: non avrebbero mai permesso a teste esterne alla band di mettere bocca sulla loro musica.

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A SEDICI MANI
Il pezzo, che suoneranno stasera, è stato scritto a sedici mani a Los Angeles insieme agli autori di alcuni dei più grandi successi del pop internazionale degli ultimi vent'anni, Max Martin, Justin Tranter, Sly e Rami Yacoub: hitmaker già al servizio di Britney Spears, Dua Lipa, One Direction, Justin Bieber. Grandi professionisti, ma non proprio eroi del rock'n'roll. Guai a farglielo notare: «Nessuno ci scrive le canzoni. Le produzioni internazionali o il confronto con altri non ci ha portato in un'altra direzione rispetto a quella che volevamo», replicano (ma Martin e gli altri compaiono tra i firmatari del singolo). La canzone è una prova del nove, dopo che Mammamia, uscita a ottobre, si è fermata a 68 milioni di ascolti su Spotify (la cover di Beggin' ne ha un miliardo). Sarà pure destinata a conquistare le classifiche, con quel ritornello appiccicoso e quel groove contagioso, ma Supermodel ha diviso i fan. Non sono pochi quelli che sui social, da tutto il mondo, hanno storto il naso, accusando Damiano e soci di aver barattato il loro stile rock'n'roll per il successo: «I vostri primi due dischi erano così genuini, ora avete preso una strada che non mi piace», scrive un utente, su Facebook. «Troppo pop», «Eravate veri, ora siete mercato», sono alcune delle tante critiche. E pensare che loro, agli altri colleghi, raccomandano di «essere sé stessi con autenticità. E a Mahmood e Blanco diciamo: spaccate». All'Eurovision non sono previsti fuck Putin, come al Coachella: «Ma lo rifarei», dice Damiano. Che dei favoriti Kalush Orchestra dice: «La loro voce è più autorevole della nostra. La loro vittoria sarebbe un bel messaggio di sostegno».

 

Ultimo aggiornamento: 18:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA