Lucio Dalla e Battisti, 80 anni di poesia e grandi canzoni: il ricordo dei due artisti

Il 4 e il 5 marzo 1943 nascevano i due artisti che hanno fatto la storia della canzone italiana

Sabato 4 Marzo 2023 di Emilio Targia
Lucio Dalla e Battisti, 80 anni di poesia e grandi canzoni: il ricordo dei due artisti

Lucio Dalla sbarca sul pianeta terra il 4 marzo del 1943, in quel di Bologna, sotto gli occhi compiaciuti di mamma Iole e papà Giuseppe. Lucio Battisti arriva 12 ore dopo, alle 13 e 30 del 5 Marzo, in quel di Poggio Bustone, dove mamma Dea e papà Alfiero abitavano.

Battisti vola via il 9 settembre del 1998, Dalla il primo marzo del 2012. E in molti ancora oggi ricordano perfettamente dov’erano quando quella notizia rimbalzò ovunque, tra telefonini e tv. 

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INCREDULITÀ

In entrambi i casi, ci fu un attimo di smarrimento e di incredulità, serpeggiò persino un senso di ribellione. Come hanno potuto gli Dei della musica non assegnare il privilegio dell’immortalità a quei due? Perché le canzoni di entrambi hanno accompagnato le vite di milioni di persone, raccontando storie, scandendo il tempo di età diverse, svelando colori nuovi. Ci hanno fatto pensare e sognare. A parte il nome e la nascita quasi simultanea, però, i due erano profondamente diversi nel declinare i propri talenti. Dalla aveva l’argento vivo addosso, ed era abitato da una curiosità inarrestabile, nonché da un’esuberanza esibita fin da bambino, quando a tre anni sfuggì al controllo di mamma Iole per infilarsi in un caffè di Piazza Re Enzo a Bologna e interrompere l’orchestrina per recitare una filastrocca in dialetto bolognese. Battisti invece “esordì” strimpellando la chitarra in giro per le strade di Poggio Bustone insieme al cugino Angiolino Dionisi, che suonava il mandolino. Fu l’elettricista del paese, Silvio Di Carlo, ad insegnargli i primi rudimenti: «Ricordo che usai un semplice sistema numerico. Lucio imparava subito e capiva tutto, scala, tonalità, accordi…».

LA COSTANZA

Il metodo, lo studio, la costanza, l’apertura mentale, il senso dell’innovazione e del coraggio, furono poi negli anni l’alchimia che gli consentì, nella benedetta alleanza con le strepitose capacità poetiche di Mogol, di raggiungere un successo formidabile con album spesso spiazzanti, stimolanti, affascinanti. Dalla, assecondando la sua versatilità e il suo furore creativo, ha intrapreso più percorsi (come il tormentato periodo con Roberto Roversi), arrivando poi a comporre anche i testi delle sue canzoni, dove atterravano integre tutte le sue sensibilità di osservatore delle sfumature della vita. Mentre Battisti ha sempre privilegiato la costruzione musicale, l’architettura del suono, il gioco (serissimo) della ricerca costante di nuove strade, la sperimentazione. «Io e Mogol facciamo le cose che piacciono a noi, poi scopriamo che la gente le ama e ci si identifica. Ogni volta è una sorpresa e una gioia grandissima», diceva Battisti. Che amava ricordare che il suo fine era “interpretare”. Aggiungendo con fulminante lucidità: «Con le mie canzoni io trafiggo le consuetudini». Di Battisti nel 1993 Dalla diceva: «È strepitoso, non ha alcuna vocalità classica e ha una voce che sembra una lametta da barba. Fa una curva, dopo va su un gradino, poi stride e dopo invece si abbassa, sussurra, per arrivare a quella che è la comunicazione ideale, che è l’opposto del grande cantante». 

La voce di Battisti. Capace di entrare nell’anima e nelle ossa, pura, intonatissima, limpida, mai omologabile. E quella di Dalla, coinvolgente e vitale, tra solfeggi, falsetti e variazioni scat. Capace di trascinarti dentro alle sue storie. «Io sono incoerente, mi piace esserlo», diceva con orgoglio Dalla. E Battisti nella sua ultima intervista del ’79 a Giorgio Fieschi rivendicava: «Io la musica la concepisco come un modo per potersi rinnovare». 
E oggi? Le loro canzoni sono ovunque. Letteralmente. Sbucano fuori da una vecchia musicassetta, si infilano in qualche talent, risuonano durante il rito mattutino della barba, occhieggiano sui vinili dagli scaffali dei negozi. Te le ritrovi in un film, in una tesi di laurea. O ti sorprendi a canticchiare Anche per te ad un semaforo, o Anna e Marco mentre sei su un treno. 

STREAMING

E poi, finalmente, dal 29 settembre 2019, le canzoni di Battisti-Mogol sono apparse anche sulle piattaforme digitali, consentendone l’ascolto anche ai più giovani. Che avevano comunque già cliccato milioni di volte su YouTube a caccia di quei brani. In album come Umanamente uomo: il sogno, Il mio canto libero o Anima latina ciascuno può trovare tracce di temi che restano vivi, così come restano attuali le storie cantate da Dalla in Automobili, in Come è profondo il mare, in Lucio Dalla e nei lavori seguenti. Quelle canzoni hanno scavato così profondamente in mille storie, e raccontato così magnificamente le nostre vite, da affrancarsi dai contesti storici e artistici e guadagnarsi una meritata immortalità. 

Ultimo aggiornamento: 15:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA