La musica, la malattia, la felicità: le frasi del maestro Ezio Bosso

Venerdì 15 Maggio 2020
La musica, la malattia, la felicità: le riflessioni del maestro Ezio Bosso

La musica, la malattia, il tempo, la morte. Ezio Bosso, il musicista scomparso a 48 anni, viene ricordato anche attraverso le sue frasi, molte delle quali citate oggi sui social. Brevi e intense riflessioni del maestro sul senso del vivere. Ecco una breve raccolta.


La musica

La musica mi ha dato il dono dell'ubiquità: la musica che ho scritto è a Londra e io sono qui. 

Il tempo è un pozzo nero.

E la magia che abbiamo in mano noi musicisti è quella di stare nel tempo, di dilatare il tempo, di rubare il tempo. La musica, tra le tante cose belle che offre, ha la caratteristica di essere non un prodotto commerciale, ma tempo condiviso. E quindi in questo senso il tempo come noi lo intendiamo non esiste più.

La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi.

La musica è una fortuna ed è la nostra vera terapia.

La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme.

La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare.

La musica non è solo un linguaggio ma una trascendenza, che è ciò che ci porta oltre.

I silenzi hanno un suono, anche in musica. Non esiste l'ultima nota, è un dato di fatto. Perché l'ultima nota che suona uno strumento è la nota che inizia l'altro. 


Scrivo perché interpreto, interpreto perché scrivo. E affronto la mia musica come se non fosse mia. Affronto come interprete il compositore

La malattia

Ho smesso di domandarmi perché. Ogni problema è un'opportunità.

La malattia non è la mia identità, è più una questione estetica. Ha cambiato i miei ritmi, la mia vita. Ogni tanto "evaporo". Ma non ho paura che mi tolga la musica, perché lo ha già fatto. La cosa peggiore che possa fare è tenermi fermo. Ogni giorno che c'è, c'è. E il passato va lasciato a qualcun altro.

Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono.

La vita

Si dice che la vita sia composta da 12 stanze. 12 stanze in cui lasceremo qualcosa di noi che ci ricorderanno. 12 le stanze che ricorderemo quando saremo arrivati all'ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza dove è stato, ma pare che questo accada nell'ultima che raggiungeremo. Stanza, significa fermarsi, ma significa anche affermarsi. Ho dovuto percorre stanze immaginarie, per necessità. Perché nella mia vita ho dei momenti in cui entro in una stanza che non mi è molto simpatica detto sinceramente. È una stanza in cui mi ritrovo bloccato per lunghi periodi, una stanza che diventa buia, piccolissima eppure immensa e impossibile da percorrere. Nei periodi in cui sono lì ho dei momenti dove mi sembra che non ne uscirò mai. Ma anche lei mi ha regalato qualcosa, mi ha incuriosito, mi ha ricordato la mia fortuna. Mi ha fatto giocare con lei. Si, perché la stanza è anche una poesia.

Stanza è una parola importante nella vita degli uomini, ma spesso è data per scontata. Eppure nel linguaggio vuol dire tanto, vuol dire poesia, canzone, libertà, affermarsi. Vuol dire persino costruire.

Per me la morte non esiste, è una parte della vita. 

La Sicilia

Amo la Sicilia, come una terra a cui appartengo. Amo la sua luce, soffro per i suoi problemi, amo la sua gente, le sue architetture, i suoi sapori e in fondo il mio primo lavoro in un istituzione lirica è stato proprio per un festival lirico a Trapani a 17 anni.


La felicità

Non ti so dire se sono felice, ma posso dirti che tengo stretti i momenti di felicità.

La quarantena

La prima cosa che farò è mettermi al sole. La seconda sarà abbracciare un albero. 





 

Ultimo aggiornamento: 15:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA