Eurovision 2023, ecco tutti i cantanti in gara: l'italo-norvegese Alessandra, l'eleganza di La Zarra, la favorita Loreen

Le due semifinali saranno trasmesse in Italia in diretta su Rai2 dalle 21, la finale andrà invece in onda su Rai1

Martedì 9 Maggio 2023 di Mattia Marzi
Eurovision 2023, ecco tutti i cantanti in gara: l'italo-norvegese Alessandra, l'eleganza di La Zarra, la favorita Loreen

In fin dei conti, l’Eurovision Song Contest resta comunque uno spettacolo televisivo. Certo, c’è la musica, perché stiamo parlando di una gara di canzoni, ma ci sono anche e soprattutto le performance. Che spesso hanno fatto la differenza. Impossibile scindere i due aspetti, mentre si cerca di farsi un’idea di quello che si vedrà quest’anno sul palco della Liverpool Arena, che da questa sera e fino a sabato ospiterà l’edizione 2023 della kermesse.

Tre gli appuntamenti in calendario. Le due semifinali di questa sera e di giovedì, durante le quali si esibiranno rispettivamente 15 e 16 concorrenti, ma solo venti di questi accederanno alla finalissima di sabato (scelti dalle giurie nazionali e dal pubblico da casa attraverso il televoto). E la finale, appunto, alla quale si sono già qualificati automaticamente, da regolamento, i cantanti che rappresentano i paesi che fondarono l’Ebu (l’organismo che organizza il festival e che raduna le emittenti radiotelevisive europee), vale a dire Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito, e l’Ucraina, in qualità di vincitrice in carica. Le due semifinali saranno trasmesse in Italia in diretta su Rai2 dalle 21. La finale andrà invece in onda su Rai1. Anche quest’anno lo spettacolo è assicurato. Ecco cosa vedremo e ascolteremo all’Eurovision 2023.

Alessandra (Norvegia) - “Queen of Kings”

La cantante per metà norvegese e per metà italiana - è nata e cresciuta in provincia di Savona, salvo poi trasferirsi nel paese d’origine della madre - porta in gara un pezzo che mischia una base elettronica e una melodia epica. Sul palco interpreta una guerriera curvy: il brano è un pezzo “che vuole mostrare il potere delle donne”.

The Busker (Malta) - “Dance (Our Own Party)”

Il trio composto da David "Dav.Jr" Grech, Jean Paul Borg e Sean Meachen si presenta con un pezzo dai colori e dalle sonorità funk, impreziosito da un assolo di sax: bentornati negli Anni ’80.

Luke Black (Serbia) - “Samo mi se spava”

Metal pop che sembra la colonna sonora di un videogioco: alle spalle del cantante compare pure un robot virtuale mostruoso e inquietante.

Sudden Lights (Lettonia) - “Aija”

Quello del gruppo lettone composto da Andrejs Reinis Zitmanis, Kārlis Matīss Zitmanis, Kārlis Vārtiņš e Mārtiņš Matīss Zemītis è uno dei pezzi più interessanti di questa edizione, per palati musicali più fini: un brano trip hop dalle sonorità elettroniche, ma in chiave minimal.

Mimicat (Portogallo) - “Ai coração”

Pop, jazz e sfumature fado: Marisa Mena arriva all’Eurovision dopo aver vinto il Festival da Canção 2023, il “Sanremo portoghese”.

Wild Youth (Irlanda) - “We Are One”

Sarà che sono irlandesi, ma la loro canzone ricorda moltissimo il pop-rock elettronico degli U2 più radiofonici, con un ritornello orecchiabile e potente.

Let 3 (Croazia) - “Mama šč!”

Una Macarena rifatta in chiave post-sovietica. Nel look prendono in giro Hitler, con baffetti e cappello. Nel brano, contro i guerrafondai, parlano di un “piccolo psicopatico malvagio”.

Remo Forrer (Svizzera) - “Watergun”

Il cantante svizzero si presenta con un pezzo che ricorda certe produzioni di Hozer, da “Take Me to Church” in giù: pop con sfumature blues e soul. Punta sulla potenza della voce.

Noa Kirel (Israele) - “Unicorn”

Sulla base elettronica del brano lei si scatena sul palco, contorcendosi e facendo spaccate, mentre due unicorni giganteschi corrono sullo schermo. Bizzarra.

Pasha Parfeni (Moldavia) - “Soarele si Luna”

Dance esotica: ad un certo punto arriva a sorpresa sul palco anche un flautista nano.

Loreen (Svezia) - “Tattoo”

La canzone è una hit nata, che guarda un po’ agli ABBA nella melodia (a qualcuno ricorderà “The Winner Takes It All”) e un po’ al pop elettronico d’alta classifica. Funzionerà anche fuori dal circo Eurovision e con un buon remix farà ballare le discoteche di mezzo mondo. La cantautrice svedese ha praticamente la vittoria in tasca, per un clamoroso bis a undici anni da “Euphoria”.

TuralTuranX (Azerbaigian) - “Tell Me More”

Rock nostalgico, che guarda agli Anni ’60 e inevitabilmente pure ai Beatles: una canzone tutto sommato anche piacevole.

Vesna (Repubblica Ceca) - “My Sister’s Crown”

Un altro inno femminista, tra pop e intermezzi rap. Le componenti del gruppo si presentano in tutine rosa e con trecce lunghissime che fanno roteare sul palco.

Mia Nicolai & Dion Cooper (Paesi Bassi) - “Burning Daylight”

Una ballata a due voci, tradizionale e classica: “sanremes”, diremmo qui in Italia.

Käärijä (Finlandia) - “Cha cha cha”

Non vi fate ingannare dal titolo: quello del rapper finlandese Jere Pöyhönen è un pezzo tra il Metal e “Gagnam Style” (ricordate la hit demenziale del sudcoreano Psy?).

Reiley (Danimarca) - “Breaking My Heart”

Pop elettronico contemporaneo, fresco e scanzonato, un po’ à la Harry Styles.

Brunette (Armenia) - “Future Lover”

Canta distesa sul palco, tra ammiccamenti e pose sexy. Pop ammaliante, con sfumature r&b.

Theodor Andrei (Romania) - “D.G.T. (Off and On)”

Si presenta sul palco indossano stivali, short e giacca rosa. Poi tira fuori il vocione rock: spiazzante.

Alika (Estonia) - “Bridges”

Sembra la Annalisa estone. Anche la canzone pare uscita fuori da un disco dell’ex cantante di “Amici”: una ballata classica, cantata bene, senza sbavature, molto scolastica.

Gustaph (Belgio) - “Because of You”

Dance queer con un coro gospel. Aiuto.

Andrew Lamrou (Cipro) - “Break a Broken Heart”

Un pezzo pop rock à la Imagine Dragons, con un ritornello che farà scatenare la Liverpool Arena.

Diljá (Islanda) - “Power”

Batterie elettroniche, sintetizzatori e un ottimo ritornello: una buona canzone pop attuale.

Victor Vernicos (Grecia) - “What They Say”

Una ballata sporcata di elettronica, molto minimal, un po’ stile Zayn o Frank Ocean.

Blanka (Polonia) - “Solo”

Fuochi d’artficio e immagini di spiagge sullo schermo per quello che potrebbe essere un improbabile tormentone estivo made in Polonia.

Joker Out (Slovenia) - “Carpe Diem”

Una delle quote rock di questa edizione. Certo, non sono i Maneskin. E la canzone non suona come “Zitti e buoni”. Però spiccano in mezzo a tanto trash.

Iru (Georgia) - “Echo”

La melodia è ariosa, molto larga. Lei canta su una piattaforma mentre da dietro fanno muovere il lungo abito bianco. Operistica.

Piqued Jacks (San Marino) - “Like an Animal”

Ecco l’altra quota rock di quest’anno. Dopo essersi affidati lo scorso anno ad Achille Lauro, stavolta i “cugini” di San Marino puntano sul gruppo pistoiese, più sobri ma non per questo meno incisivi.

Teya & Salena (Austria) - “Who the Hell is Edgar”?

L’Edgar del titolo della canzone è Edgar Allan Poe. Il testo è una critica all’industria musicale ed in particolare alla difficoltà dei musicisti nel poter vivere di musica oggi, considerando che con gli ascolti di Spotity si può al massimo “arrivare a pagarsi una cena fra due anni”. Pretenziosi.

Albina & Familja Kelmendi (Albania) - “Duje”

La musica folcloristica albanese incontra un ritmo reggaeton. Immaginate come può andare a finire.

Monika Linkyte (Lituania) - “Stay”

La cantante scomoda addirittura gli antichi rituali della Lituania, inserendo nel testo un’espressione, “Ciuto tuto”, che in lingua lituana è una formula antica che invita a concentrarsi sul proprio io interiore.

Voyager (Australia) - “Promise”

Rock elettronico che guarda agli Europe e dintorni, salvo poi spiazzare con una parte strumentale metal.

Lord of the Lost (Germania) - “Blood & Glitter”

Berlino si affida alla band gothic metal capitanata dal cantante Chris “The Lord” Harms, che sul palco sembra un incrocio tra il Renato Zero degli esordi e un Demogorgone di “Stranger Things”.

La Zarra (Francia) - “Évidemment”

Fatima Zahra Hafdi porta sul palco tutta l’eleganza e la raffinatezza del cantautorato francese, tra Edith Piaf e Zaz.

Marco Mengoni (Italia) - “Due vite”

Il cantante laziale - è di Ronciglione, provincia di Viterbo - ha dovuto tagliare per questioni di regolamento relative al minutaggio trenta secondi della sua canzone, che però non perde la forza e l’incisività. Non è il migliore, ma fa la sua parte.

Tvorchi (Ucraina) - “Heart of Steel”

Sorpresa: Kiev, dopo il trionfo dell’anno scorso della Kalush Orchestra con “Stefania”, non porta la tradizione musicale ucraina sul palco della kermesse, ma punta su un pezzo pop dalle sfumature black e r&b che non sfigurerebbe in alta rotazione. C’è un’allusione alla libertà di pensiero: “Non aver paura di dire ciò che pensi”, cantano.

Blanca Paloma (Spagna) - “Eaea”

Prova a fare Rosalía, riprendendo il flamenco e la tradizione musicale iberica, ma senza le idee di Rosalía.

Mae Muller (Regno Unito) - “I Wrote a Song”

I padroni di casa si affidano al pop elettronico e danzereccio della 25enne cantautrice che in questi anni ha aperto il tour delle Little Mix e collaborato con il rapper americano Polo G. Incendierà la Liverpool Arena.

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