«Non sono morto.
Il dramma della deportazione nei lager nazisti, con la sua famiglia sterminata nelle camere a gas, ha segnato l'arte di Spitzer, che per decenni ha disegnato i ritratti dei suoi compagni sfortunati e anche dei soldati tedeschi. Negli anni '60 si è affermato come illustratore di opere di autori come André Malraux, Jean-Paul Sartre e Joseph Kessel. La Guerra dei Sei Giorni lo spinse a iniziare a dipingere soggetti della storia ebraica e biblica. Nel 1993 ha disegnato la scultura Muselmann per il Memoriale di Buchenwald e l'anno seguente il memoriale della deportazione degli ebrei francesi a Parigi. Nato il 14 giugno 1927 a Cieszyn, una città polacca al confine con la Cecoslovacchia, Walter Spitzer ebbe un'infanzia felice in una famiglia ebrea tradizionalista. Con l'annessione del paese alla Germania nel 1939 la sua famiglia venne rinchiusa nel ghetto di Strzemieszyce. Nel 1943 il fratello, la sorella, la madre e altri parenti furono giustiziati, mentre Walter fu trasferito nel campo di lavoro di Blechhammer, annesso ad Auschwitz. Dopo la libertà si rifugiò nel disegno. Spitzer di fronte ai suoi compagni di lager aveva promesso di testimoniare la barbarie nazista.