L'anno che verrà, quindici poeti italiani (in esclusiva) cantano il 2021

Giovedì 31 Dicembre 2020 di Renato Minore
L'anno che verrà, quindici poeti italiani (in esclusiva) cantano il 2021

È un venditore di almanacchi che dispensa le disilluse illusioni del nuovo anno quello di Giacomo Leopardi in un celebre dialogo delle “Operette morali”. Sul suo esempio quindici poeti italiani, in esclusiva per Il Messaggero, hanno chiesto lumi sull’anno che arriva, il secondo con il Covid, ad un redivivo venditore di almanacchi o a chi oggi può parlare con la sua antica voce.

Scritti a tamburo battente questi versi appaiono ben calati dentro la chiacchiera infinita sul Covid da cui siamo sommersi tra auspici e lamenti, spaventi e scongiuri, presagi d’ogni tipo. E l’occasione velocizza, ne accelera il processo per meglio ricavarne un senso, una direzione, un qualche approdo cognitivo. C’è chi apre ad una possibile alleanza tra natura scienza e poesia e chi innesca una riflessione sul futuro, sul fatto che forse il legame più forte che si ha con il mondo è ancora in ciò che non si conosce.

"Le voci della follia", il libro cult di Remo Rapino in tutti i dialetti d'Italia

Si tiene presente del grande recanatese il suo modo talora anche lieve e ironico di affrontare la difficile condizione umana. E si può leggere il presente con uno sguardo che lo folgora con un tono di mimetica ironia che sfiora il distacco del sarcasmo . Il sentimento che affiora è quello che oggi tutti proviamo, rinforzato dal pensiero poetante che lo nomina e lo circoscrive: una riscoperta ed umanissima fragilità e anche l’augurio (da ultimo dell’anno) di una riconsiderazione di ciò che in ogni caso ci appartiene, come ricordo, emozione, affetto, esperienza in questo transito così cruciale, anche il giallo timido delle ginestre un po’ leopardiane. Se non ci appiattisce in una geremiade che purtroppo molto circola, il Covid è a suo modo un’occasione anche unica per chi scrive poesia con una certa coscienza di ciò che significa scrivere poesia. 


FRANCO ARMINIO

L'anno dei fragili


Bisogna avere il coraggio di essere fragili,

e non fa niente se diamo a tanti l’illusione

del bersaglio facile, se mostriamo la crepa

che gli altri possono allargare.

Dobbiamo avere il coraggio di farci trovare

in affanno, in fuorigioco, in disordine,

spettinati nella vita, in debito di ossigeno

e di amicizie, lontani da ogni porto sicuro,

sperduti anche a noi stessi.

La somma del dolore e dell’amore

che possiamo ricevere

in un certo senso è già stabilita

e la leggeremo nello scontrino

che ci sarà consegnato nel corso

dell’ultimo respiro.

MARIA GRAZIA CALANDRONE

Immagina che vedremo

Immagina che avremo fatto tanto spazio

da crescere in altezza, immagina

che usciremo, nel dolce delle uve piene di sole

e nel vento di mare, che profuma

di selva e mirto. Se ora basta

un odore di zagara appena sbocciata

che di mattina entra dalla finestra, a darci

nostalgia del mondo

dove vivemmo, immagina che vedremo

quanta bellezza c’è, a disposizione, immagina

che saremo capaci

come anfore, immagina

che avremo fatto tanto spazio

da contenerla tutta

e saremo tornati

permeabili e inermi. Dimentica

quello che sai. Immagina

che vedremo.

ENNIO CAVALLI

L'indovino rinunciatario

L'indovino rinunciatario

vuol sapere cosa farò

quando tutto sarà finito.

Farò due viaggi.

A Baratier, in Provenza, per assaggiare

le migliori arance di Francia,

garantite da Apollinaire

in quei versi per Lou:

"Hanno il sapore

del tuo corpo caldo come il sole".

Poi a Celleno, nel viterbese

per la gara a chi sputa più lontano

un nocciolo di ciliegia.

I paesani festeggiano così

la Maggiolina nero-carbone

la Cora a forma di cuore

e la Durona insensibile ai cataclismi.

GIUSEPPE CONTE

Dialoghetto

-E per questo nuovo anno

tu disperato cosa chiedi?

-Di essere ancora in piedi

di non ricevere ancora danno.

-Non hai più i sogni splendenti

che ti hanno sempre guidato?

-Per questo 2021

io passante, io nessuno

vorrei essere risarcito

della primavera scorsa, perduta.

-Non vuoi davvero altra cosa?

-Che nel giardino fiorisca

quella fragile mimosa

e gli ibischi con il loro fuoco.

-Tutto lì? – Non è poco.

MAURIZIO CUCCHI

Il caso e il passeggere

“Il caso che è ognora in moto e ci governa,

amico mio venditore di almanacchi, potrà

infine distrarsi dal colpire e darci

non dico gioia ma pacifico riposo almeno?”

“Domanda estrema, ardita, passeggere.

Il caso opera a caso e senza alcun disegno.

Colpisce se colpisce e se accarezza

o si distrae invece è un gran mistero.”

“Dunque il futuro è una domanda

aperta nell’indifferenza, nel cinico

volere accidentale che ci ignora

e per un anno ci ha compressi in maschera ”.

“Ma vedi, passeggere, questa figurina

sorridente di speranza in almanacco ?

Si apre sul futuro e costa poco :

una piccola offerta e ti accompagna.”

“Non capisco, non so, ma voglio credere

in un volto aperto e nel sorriso,

che faccia luce nell’anno e nel futuro. Compro!

È ben più saggio infatti chi vivendo spera”.

VINCENZO GUARRACINO

Futuro a vista d'occhio

Incontro al 2021

Come tra veglia e sonno

Il giorno promette e nega

L’anno tra alfa e omega

Atteso giunge al suo pieno

Ma oltre i vetri nessuna

Stesa ora aspetta o parte

A vista d’occhio la sorte

Conduce incontro al guado

Palmo a palmo la strada

Si fa più chiara a stento

Forse tra principio e fine

Così chi mai c’è stato

VALERIO MAGRELLI
Il ventriloquo

Più di cento anni dopo,

siamo ancora in trincea.

una trincea di lusso, non c’è dubbio,

in cui però si muore.

Anche i proiettili sono cambiati

e invece che dal cielo o dalla terra

ti arrivano da chi ti sta vicino,

a sua insaputa.

Il nemico gli si è annidato dentro,

si è insediato nel suo stesso respiro

e spara contro te attraverso lui:

l’elmetto è diventato mascherina.

Ora il nemico abita l’amico

in una confusione che confonde.

Dovremo abituarci a questi agguati

con il male ventriloquo del bene.

GERARDO MASUCCIO

Almanacco dell'anno prima


Verbi al futuro, è prepotente

la sua voce lieve

per chi, come me, non si racchiude

che in frammenti imprecisi di adesso.

Per chi si difende

di qua dal perimetro di un forse.

Un uomo. Mi passa accanto

– speranza inespressa –

e parla a uno schermo, altrove.

Inosservato, rido

con la forza

del raggio che sorge all’orizzonte

di un deserto.

Non lo conosco. Nitido

un istante e presto opaco,

il volto gli si perde nell’assenza.

L’ho visto con gli occhi di un altro

e – sì, lo ignora –

è l’ultimo legame che ho col mondo.



ELIO PECORA

Mai più l'ieri
 

Ci resta da brindare nello specchio

con un vino frizzante… congedare

l’anno che ci ha divisi, incarcerati,

scurata ogni certezza - la paura

finanche nello scherno di chi nega.

Non sapevamo, forse, che la morte

è l’insidia comune, incorrotta:

chiude l’attesa, lede la speranza.

E seguitiamo a vigilarci i passi,

mai nel buio cessando di cercare

quell’allegrezza che ci fa dimentichi

e incauti: quanto basta ad abitare

la casa colorata dei respiri.

Questa la casa - la chiamiamo vita -

ha porte aperte, ha muri leggeri,

e l’oggi vi si compia, mai più l’ieri.

UMBERTO PIERSANTI

Vaccini e favagelli

"Gli astrologi impazzano

quest ' anno ? "

"Come sempre,

come sempre,

ognuno crede

che l' anno che verra'

sia quello meglio,

giornali senza oroscopo

non si vendono"

"Ma questo e' l'anno

dove i veleni

infestano terra e aria

difficilmente un altro

sara' peggio "

" Forse i veleni

ci saranno ancora..."

"Ho fede nei vaccini

e i favagelli

che spuntano a febbraio

prima d' ogni altro fiore "

REMO RAPINO

E’ la vita soltanto, al tempo del Covid

Nel giorno che si fa ombra mi chiedi

degli anni vissuti, di quelli che saranno,

delle nuvole che vanno. Nel frattempo,

ti dico, impariamo con lentezza a conoscere

gli alberi, a parlare con il melo selvatico,

ad ascoltare i limoni, gli orti, la luna,

a ricordare il giallo timido delle ginestre

dalla costa che apre all’Adriatico mare,

a carezzare con gli occhi i gatti distesi

al sole tra le pietre degli antichi cortili,

sapendo che da sempre lo facciamo

e di questi gesti siamo stati felici.

Che il silenzio allora si faccia parola

così di tutto potremmo permetterci

oltre le finzioni: anche la sincerità

Non è niente, è la vita soltanto.

PAOLO RUFFILLI

Aspetti una risposta

Mi chiedi preoccupato

dell’anno che sarà

e aspetti una risposta

da me che avendo figli

e giovani nipoti

se anche non ci credo

per uso di ragione

ci spero nel futuro

senza ch’io cada intanto

nella disperazione

di quella mala pianta

che è il genere umano

impuro prepotente

rapace sanguinario traditore

il mio ottimismo pur condizionato

considera un fattore

di certo mai dimenticato:

la vita che verrà

non è mai meglio o peggio

di quello che è già stato.

GABRIELLA SICA

Alleluia

Qualcuno non bacia più nessuno.

Qualcuno muore. Qualcuno è a digiuno.

L’arcangelo nel cielo sopra Roma

in volo lo puoi vedere anche tu                     

animato da questa povera poesia

alla cima della Mole Adriana

ecco la spada sta per rinfoderare

e a uomini nervosi annunciare

la liberazione dal triste male.                                

Avviene nel cinquecento novanta

la visione fremente tutta quanta

e a fine di un infausto duemila venti

si spera la cacciata del triste male

nelle processioni televisive

settiforme del popolo globale

in attesa del prodigio alleluia.

LUIGIA SORRENTINO

Sul confine

stanchi di correre

ci siamo fermati

ma non abbiamo trovato la strada

che conduce a noi

siamo entrati in agonia

ora siamo ai piedi dell’albero

sul confine, che dia i suoi frutti

l’assalto assoluto della luce

GIAN MARIO VILLALTA

Letterina a un esperto astrologì-virol-economista a breve nei tigì.

Esperto mio, che dice lo zodiaco del prossimo

2021 (cifra che quasi impenna), saremo

come adesso uniti nell’insulto e alla transenna

per sconti lussuosissimi, feroci

nel lamento e cedevoli nello spavento?

Da parte mia, a me, anche per me,

ma a me per me per te e per tutti,

auspico e faccio scongiuri

per un po’ più di rispetto: ascoltare,

ascoltare, ascoltare e pensare un minuto

- almeno - prima di twittare. AUGURI!

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