Coronavirus Firenze, il direttore degli Uffizi: «Danni per 10 milioni, resistiamo chiusi massimo 3 mesi»

Lunedì 20 Aprile 2020 di Laura Larcan
Coronavirus Firenze, il direttore degli Uffizi: «Danni per 10 milioni, resistiamo chiusi massimo 3 mesi»
Le conseguenze del lockdown. Potrebbe diventare il titolo di un film o di un romanzo. Per gli Uffizi di Firenze, il museo più importante d'Italia, diventa una sfida in termini economici e di una riflessione sulla gestione del patrimonio. Lo ha evidenziato il direttore Eike Schmidt che in un collegamento video, ha fatto il punto sulla situazione dell'istituzione ai tempi del coronavirus. Nelle quasi otto settimane di quarantena, le Gallerie degli Uffizi (con Palazzo Pitti) hanno perso milioni di visitatori quantificabili in una perdita di 10 milioni di euro di incasso. Ma gli Uffizi «hanno le spalle larghe», assicura il direttore tedesco, che è già al lavoro per studiare tempi e modalità di riapertura, nella convinzione che serva puntare ad uno «slow museum: sollecitando l'esperienza di visite relax, lunghe e tranquille, superando la modalità "selfie e fuggi"».

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Pensa anche a Raffaello e alla grande mostra alle Scuderie di Quitinale, di cui gli Uffizi sono co-organizzatori e principali prestatori. Schmidt, non  a caso, ha dato piena garanzia a prestiti a oltranza per l'evento romano, «whatever it takes».  E non è mancata una riflessione sul museo virtuale, promosso nei canali social. C'è il rischio di sostituisca il museo reale? «Sono due modalità diverse, il reale non potrà mai sostituire il virtuale. Ma non è escluso che in futuro progetti di visite virtuali possano essere anche a pagamento».
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La perdita di visitatori. «In circa due mesi di stop abbiamo perso alcuni milioni di visitatori e oltre 10 milioni di euro - racconta Eike Schmidt - Gli Uffizi hanno le spalle larghe: se questa situazione non durasse molto a lungo, possiamo senz'altro gestirla. Una chiusura fino a tre mesi possiamo reggerla. Ma se invece dovesse durare fino all'arrivo di un vaccino, al momento annunciato per la primavera prossima, dovremmo pensare in maniera più radicale a come spostare investimenti all'anno prossimo, o magari a quello anche successivo».
Detto questo, continua il direttore: «E' importante non dimenticare mai che questa chiusura serve a salvare vite umane».

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La riapertura. «Siamo tutti al lavoro su misure e tempistiche, lo stiamo facendo a stretto contatto e con il coordinamento del ministero. Quanto alla riapertura, credo che ci sarà un'enorme richiesta da parte del pubblico quando questa situazione sarà finita. Le strategie che adotteremo per gestirla saranno le stesse che abbiamo adottati già due anni fa per favorire lo "slow museum" ovvero con visite più lunghe, tranquille, estese, visite "arte relax". E sfavorire ovviamente il guardi e fuggi, selfie e fuggi, come si potrebbe chiamare».

Raffaello e la grande mostra alle Scuderie del Quirinale. «Pronti a salvare la mostra, whatever It takes. Ho già rassicurato il presidente delle Scuderie che siamo intenzionati a lasciare tutte le nostre opere in mostra, anche molto più a lungo del previsto. Questa è una mostra epocale, e siamo disposti a profondere tutto l'impegno che è necessario per consentire a quante più persone possibili di visitarla dal vivo. Anche perchè il Cinquecentario di Raffaello dura fino al 31 dicembre».

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Il Museo virtuale. Quanto all'esperienza delle visite virtuali «non sostituiranno mai le visite reali. Sono due esperienze diverse, che si rafforzano a vicenda - evidenzia Eike Schmidt - Il cinema, d'altronde, non ha distrutto il teatro come si temeva. Sono due forme culturali diverse. Tutte le nostre mostre ed iniziative virtuali sono gratis. Questo non significa che in futuro non si possa pensare ad iniziative virtuali molto speciali e circoscritte, che siano a pagamento, ma questo non potrà mai essere una modalità ordinaria con cui gli Uffizi offrono i loro tesori al pubblico, perché sono di tutti».
 
Ultimo aggiornamento: 21:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA