Genitori vs influencer, il film dal 4 aprile su Sky. La regista Andreozzi: «Indago sul rapporto padre-figlia»

Martedì 30 Marzo 2021
Un'immagine di "Genitori Vs Influencer"

«Dopo “Nove Lune e mezza” e “Brave ragazze”, nati da un lungo lavoro di riflessione, spesso divertita, sulla condizione femminile nel nostro paese, sui temi della maternità e della realizzazione personale, ho sentito il desiderio di dedicare attenzione all’altro da me, attraverso la lente dell’umorismo, mia costante non variabile, fino ad oggi.

E così ho iniziato a cercare nuove possibilità di racconto su più ampie dinamiche familiari, tema presente nei miei lavori, ma ancora non affrontato come centrale. Ero appunto in fase di scrittura - di un altro progetto - quando Fabio Bonifacci mi ha sottoposto il soggetto “Genitori vs influencer”, una storia incentrata sulla relazione padre-figlia che ho subito amato». Così la regista Michela Andreozzi parla del suo film, dal 4 aprile in prima sssoluta su Sky Cinema e in streaming su Now Tv e disponibile on demand.

 Quanto è difficile oggi essere il padre single di una teenager? Paolo (Fabio Volo), professore di filosofia, vedovo, ha cresciuto da solo sua figlia Simone - alla francese - (Ginevra Francesconi), con cui ha un bellissimo rapporto. Ma quando la ragazza entra ufficialmente nella fase dell’adolescenza, l’idillio si rompe: come ogni teenager che si rispetti, infatti, Simone viene “rapita” dallo smartphone, tanto che matura l’idea di voler diventare influencer - come il suo idolo Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) - categoria che Paolo detesta. Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo inizia una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della stessa Simone che diventa la sua web manager. La fama inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer... e gli farà scoprire che i social, anche se vanno maneggiati con cura, possono regalarti una possibilità.
«Il protagonista della storia è Paolo, - continua la regista - un professore di filosofia, vedovo e poco avvezzo alla modernità, forse perché ha trascorso i suoi ultimi 14 anni a crescere da solo una figlia, Simone “come la De Beauvoire”: ragazzina speciale, in gamba, studiosa, classica rappresentante della Generazione Zeta nella quale tutti noi quasi in pensione riponiamo molta fiducia. Padre e figlia, dopo essere letteralmente cresciuti insieme in una relazione simbiotica, circondati dall’affetto dei vicini di casa - “il condominio”, una specie di grande famiglia - affrontano la loro prima crisi, naturalmente necessaria, innescata dal rapporto via via sempre più morboso di Simone con i social network, che invece Paolo detesta.

Simone, come ogni ragazzina della sua età che si affaccia all’adolescenza, si appassiona infatti ai social, scatenando in Paolo una reazione tale che lo porta a dichiarare guerra, non solo al web, ma anche alle sue superstar: gli influencer che Simone tanto ammira. Peccato che, a causa di Simone che lo filma di nascosto, lo sfogo di Paolo finisca on line e diventi virale, provocando a sua volta la reazione sulfurea degli influencer, capeggiati dalla truce Ele-O-Nora. La guerra mediatica trasforma Paolo, suo malgrado, in una celebrità che piano piano viene sedotta dal fascino della popolarità e della vita facile... che tuttavia porteranno il professore a riaprirsi alla vita e alle sue infinite possibilità, compreso l’amore.

Al netto del mondo virtuale che, tematicamente, è il terreno moderno su cui si gioca la partita tra Paolo e Simone, il cuore del film è lo scontro eterno, biologicamente inevitabile, 5 tra una figlia che cresce e un genitore che invecchia, la storia universale di quel sentimento doloroso che è l’inesorabile distacco dal cordone ombelicale, mai facile, soprattutto per un genitore single che non ha altro scopo nella vita. È questo distacco a definire il film, più che un family, una commedia romantica su un grande amore non troppo raccontato: quello tra un padre una figlia che, qui, non hanno altro che loro stessi. È la storia contemporanea di ogni famiglia conclude la Andreozzi -  in cui l’adolescente di casa viene rapito dallo smartphone e non smette mai di sollevare gli occhi dallo schermo, trasformandosi in uno sconosciuto agli occhi dei suoi impotenti genitori. Ecco, per me, il film sono gli occhi di Paolo che guardano sua figlia cambiare. E grazie a un gruppo divertente di comprimari brillanti, che permette al film di assumere i toni della commedia senza forzature, l’intenzione è raccontare la vicenda di Paolo e Simone nel modo più naturale possibile, riconducibile a quel tacito copione che ogni genitore quotidianamente scrive e conosce». 

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