Diego Maradona, morto oggi a 60 anni, è entrato a far parte in tutti in sensi della storia e dela cultura napoletana.
È morto Maradona, lutto cittadino a Napoli
Napoli sconvolta
Una città sconvolta, per circa mezz'ora incredula, poi silente nel dolore improvviso. La morte di Diego Armando Maradona arriva in ogni casa come la notizia della morte di un parente, partito per vivere lontano ma sempre vicino. L'ansia c'era stata nei giorni scorsi, con la notizia dell'intervento operatorio, poi sembrava essere tutto passato e invece nel silenzio delle strade della zona rossa la notizia si spande in pochi minuti. I tifosi si raccolgono spontaneamente in via De Deo, un vicolo dei Quartieri Spagnoli dove c'è il murales di Maradona dipinto nei giorni del primo scudetto, un vicolo divenuto negli anni un tempio, con foto di Diego ovunque e in cui stasera sono stati accesi decine di lumini votivi mentre i tifosi cantavano «Ho visto Maradona».
L'incredulità è negli occhi dei cinquantenni che hanno vissuto la loro adolescenza con Diego e in quelli dei loro figli che lo hanno vissuto e amato dai racconti dei padri. Un colpo fortissimo, con il sindaco Luigi de Magistris che annuncia subito il lutto cittadino per l'uomo a cui nel 2017 aveva dato la cittadinanza onoraria e propone: «Intitoliamo lo Stadio San Paolo a Diego Armando Maradona». Un'idea su cui si dice subito d'accordo il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che domani vorrebbe «trasmettere sui maxischermi le sue immagini durante tutta la nostra partita». La morte di Diego è un colpo durissimo anche per tutti i suoi ex compagni di squadra, per il gruppo di quegli anni unici nella storia del Napoli: «Non riesco a parlarne», dice con voce tremante Ottavio Bianchi, l'uomo che costruì attorno al suo talento la squadra del primo titolo.
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