Ennio Morricone e Sergio Leone, amici geniali

Lunedì 6 Luglio 2020 di Ilaria Ravarino
Ennio Morricone e Sergio Leone, amici geniali

Il ricordo più vivido a novembre, “una delle ultime volte che ci siamo incontrati. Era il suo compleanno e Ennio era sorpreso di esserci, ci scherzava, si divertiva. È stata una bellissima festa”. Così Raffaella Leone, figlia del regista Sergio, ricorda uno degli ultimi momenti trascorsi insieme al musicista, amico fraterno del padre e presente nella sua vita “da sempre. Non ho memoria di un inizio, Ennio c’è sempre stato. Papà lo convinse a venire a vivere vicino a noi all’Eur, e tutta l’adolescenza l’ho condivisa con lui e la sua famiglia. Andavo a scuola con sua figlia, l’unica femmina che ha avuto. Siamo sempre stati molto uniti”. Insieme fin dai banchi di scuola, Sergio e Ennio “erano amici aldilà del lavoro. Avevano molte cose in comune: sul lavoro erano due rompiscatole, due maniaci perfezionisti, pignoli e scrupolosi.

Erano due amici geniali: il talento dell’uno amplificava quello dell’altro. Il loro non è stato il primo connubio della storia del cinema, ma certamente uno di quelli che si ricordano più spesso”. Fu Sergio il primo a far capire a Ennio la portata internazionale dell’affetto nei confronti del loro lavoro, raccontandogli di fan in tutto il mondo: Bruce Springsteen, i Dire Straits, Brian Adams, Phil Collins. “Li amavano in tutto il mondo, le musiche di Ennio avevano successo ovunque. Hanno inventato un modo di esprimersi che li ha resi eterni. Ennio è stato una persona molto importante, come musicista e come innovatore. Era un inventore”. Il loro segreto, per Raffaella, era stato quello di “incontrare il mito e il sogno americano guardandolo con gli occhi di due romani cresciuti con quel cinema. Affrontarlo è stato una grande sfida, che entrambi hanno vinto. Le loro musiche e i loro film sono successi intramontabili: ancora oggi tanti cantanti, della scena rock o pop, aprono i loro concerti con un omaggio a Morricone”. Il lutto colpisce la famiglia Leone a 31 anni dalla scomparsa del grande Sergio: “Non si è mai preparati a perdere un pezzo così importante della propria vita. È una sensazione forte, ma ci si convive. Hanno lasciato tanto, e per noi è un conforto”. I brani più indimenticabili, per Raffaella, “quelli di C’era una volta in America. È il film che ho vissuto di più, mi è entrato dentro. Per anni non ho potuto rivederlo o riascoltarlo: era troppo doloroso. Ricomincerò a farne a meno. Dei film che Ennio non ha fatto con papà il mio preferito è Mission: ascolto quei brani e mi riportano immediatamente accanto a lui”.
 

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