Salute: Riccardi, report effetti pandemia mostra resilienza Fvg

Giovedì 30 Giugno 2022
Udine, 30 giu - "La comunità del Friuli Venezia Giulia ha risposto in maniera collettiva alla pandemia, sviluppando resilienza, mostrando tenuta e rivelandosi forte: durante questi due difficili anni si è sviluppata naturalmente una vera e propria alleanza della società, stretta in particolare attorno al sistema sanitario della nostra Regione, quello più messo alla prova". Lo ha messo in evidenza il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nel commentare i dati del report "Salute, stili di vita e benessere. L'impatto della pandemia da Covid-19 in Friuli Venezia Giulia" illustrati questo pomeriggio a Udine, nel salone di palazzo Antonini-Belgrado. Lo studio, svolto dall'Ateneo friulano, è stato promosso dalla Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna. Hanno preso parte alla presentazione della ricerca il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, il prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, la presidente della Commissione, Dusy Marcolin, numerosi docenti ed esperti. "Un plauso e un grazie alla Commissione regionale per le pari opportunità per l'importante lavoro che svolge quotidianamente e che ha svolto anche in questo caso specifico - ha detto il vicegovernatore -. L'indagine che è stata presentata va a dare una prima indicazione sull'effetto che la pandemia che ha avuto sulle vite dei cittadini del Fvg sotto diversi profili. Il tema non solo è di grande attualità oggi: lo sarà anche in futuro perché gli effetti del Covid sulle nostre esistenze e sulla società li potremo valutare e cogliere appieno nel medio e lungo periodo. Sappiamo che pandemia non è finita anche se, fortunatamente, in questo momento l'infezione non crea pressione sugli ospedali". Alla base dello studio un questionario cui hanno risposto 841 persone, di cui 611 femmine (72,65%), e 230 maschi (27,35%). Il campione ha dichiarato che le proprie condizioni di salute sono "molto buone", per il 31,27%, e "buone", per il 44,71%. Questo è stato confermato anche dalle successive domande sull'essere o meno affetti da una o più patologie croniche tali da ostacolare il vivere quotidiano. Non ci sono stati particolari problemi nell'approvvigionamento dei farmaci. Per quanto riguarda le visite/interventi non sono stati lamentati particolari problemi, anzi: il 63,5% ha risposto di non essersi trovato nella spiacevole situazione di dover riprogrammare visite mediche. Per quanto riguarda il rapporto col medico di base, il 49,35% dei partecipanti al questionario ha dichiarato di non aver avuto bisogno di rassicurazioni o di essere seguito/a dal proprio medico (il 31,39% ha messo in luce come questa figura sia stata un punto di riferimento, seppure a distanza, anche nel periodo più difficile della pandemia). I risultati ottenuti hanno mostrato come i livelli di stress siano stati molto diversi tra uomini e donne, con una maggiore propensione di queste ultime a manifestare stati di ansia e malessere generale: 50,34% delle donne contro il 37,44% degli uomini. I periodi di lockdown hanno però inciso su entrambi i generi andando a modificare in particolare l'attività fisica (65,76%), gli hobbies (43,52%) e il regime alimentare (35,2%). Le donne (50,85%) hanno manifestato una capacità di resilienza maggiore rispetto agli uomini (42,92%). ARC/PT/pph
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