Il ricordo è andato al periodo pandemico
Udine, 25 set - "L'alleanza tra istituzioni migliora i servizi
al cittadino, in ogni settore, così come in quello della salute. Le donazioni e la disponibilità di imprese e categorie alle
aziende sanitarie, permette di rendere più forte il sistema
sanitario regionale; conferma il profondo legame che unisce il
pubblico con il privato e la grande generosità che anima la
comunità del Friuli Venezia Giulia: dalla raccolta fondi
dell'associazione, alla donazione di un macchinario per
l'ozonoterapia consegnato all'Azienda sanitaria universitaria
Friuli Centrale (AsuFc) questo pomeriggio da parte di
Confindustria Udine". Lo ha sottolineato l'assessore alla Salute del Friuli Venezia
Giulia, Riccardo Riccardi, intervenuto questo pomeriggio
all'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine in occasione
della consegna di un macchinario indispensabile per la
generazione dell'ozono. Ciò è stato reso possibile grazie a una
donazione di Confindustria Udine, rappresentata oggi dalla
presidente Anna Mareschi Danieli. Presenti anche il direttore
generale dell'AsuFc, Denis Caporale, e il direttore della Clinica
di malattie infettive di Udine, Carlo Tascini. Nel ringraziare Confindustria Udine per il suo generoso gesto,
Riccardi ha portato la memoria ai tempi della pandemia: "quando
non c'era tempo e non avevamo conoscenze rispetto a questa
sconosciuta infezione. Allora, ognuno secondo la sua capacità ,
esperienza e professionalità fu chiamato, di fatto obbligato, a
fare scelte di responsabilità e a farle in tempi rapidi, con
l'obiettivo di salvare il maggior numero di vite umane. Di quel
periodo così drammatico ricordo l'impegno di tutto il personale
sanitario, e la scelta dell'impiego dell'ozonoterapia da parte di
Carlo Tascini e Amato De Monte, proprio nelle terapie intensive". Le vie di somministrazione dell'ozono in ambito medico sono
diverse; la modalità più conosciuta e diffusa è la cosiddetta
autoemoterapia o autoemotrasfusione che consiste nel miscelare
una predeterminata quantità di sangue del paziente con una
determinata quantità di ozono a una concentrazione stabilità , per
poi essere ri-trasfuso al paziente.
"Forti dell'incoraggiante esperienza maturata durante la prima
ondata Covid nel trattamento di pazienti con polmonite da
Sars-Cov2 attraverso l'autoemotrasfusione di sangue miscelato con
ozono, in collaborazione col reparto di Anestesia e rianimazione,
e supportati da letteratura scientifica, la Clinica di malattie
infettive si è adoperata per rendere quest'opzione praticabile
tra le proprie attività cliniche, con la creazione di un team
medico-infermieristico dedicato" ha ricordato Riccardi. ARC/PT/al
© RIPRODUZIONE RISERVATA Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout