Salute: nuovo Piano Asugi rafforza modelli assistenza territoriale

Mercoledì 25 Maggio 2022


Trieste, 25 mag - Non esiste un nuovo impianto di sanità di destra o di sinistra. Siamo in presenza invece di un unico modello di rafforzamento dell'assistenza territoriale condiviso da tutte le Regioni italiane e dal Governo nazionale in applicazione delle disposizioni previste dal Pnrr e dal decreto ministeriale 71. Su questa partita rimane certamente l'incognita legata alla necessità di un grande investimento sul capitale umano, visto che ancora per alcuni anni dovremo registrare una carenza di professionisti della salute. L'applicazione presentata oggi da Asugi è la declinazione degli standard di un percorso definito in modo collettivo.

Lo ha affermato oggi a Trieste il vicegovernatore con delega alla Salute a margine della presentazione del Piano aziendale di realizzazione dei nuovi modelli di assistenza territoriale.

In questi mesi - ha spiegato il vicegovernatore - ci siamo impegnati a fondo in una revisione dell'impianto strutturale del modello organizzativo che riguarda il servizio sanitario nazionale. L'augurio è che, nonostante le fisiologiche contrapposizioni delle diverse parti, su questa riforma ci possa essere maggiore condivisione da parte di tutte le forze politiche della Regione.

Noi continueremo a lavorare insieme ai tanti professionisti, una sessantina in tutto, che hanno fornito un contributo concreto nell'elaborazione di questo documento che - ha precisato l'esponente della Giunta - nelle prossime settimane potrà essere via via perfezionato.

L'obiettivo di questa operazione complicata - ha sottolineato il vicegovernatore - è quello di realizzare un impianto organizzativo in grado di rispondere in modo coerente e multidisciplinare alle domande poste dall'attuale società, spostando il baricentro maggiormente verso la continuità assistenziale sul territorio e realizzando una più efficiente integrazione sociosanitaria.

Nel corso della conferenza stampa si è parlato in particolare dei tre pilastri su cui poggia questa riforma: la Casa di comunità, l'Ospedale di comunità e la Centrale operativa territoriale che rappresenta il cervello dell'intero sistema in particolare quando una persona, con un bisogno di salute complesso, necessita di un intervento congiunto da parte di più professionisti.

È stato ribadito infatti che la costruzione della struttura organizzativa, definita da poco dall'Atto aziendale di Asugi, deve essere accompagnata non solo dal rafforzamento delle risorse umane dedicate, ma anche dalla razionalizzazione e dalla progressiva maggiore uniformità dei protocolli aziendali di presa in carico integrata sul territorio.

Fondamentale poi l'integrazione tra sistemi informativi e i processi funzionali di questo nuovo assetto che è imperniato sulla Casa di comunità come riferimento sul territorio e sulla Centrale operativa territoriale - una ogni 100mila abitanti - come strumento dell'integrazione tra professionisti e setting di cura, ivi compreso il domicilio, che deve costituire sempre il luogo privilegiato dove prestare le cure più adatte alle persone. ARC/RT/ma

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