Salute: dati tumori in Fvg mostrano ruolo positivo prevenzione

Giovedì 22 Febbraio 2018
Pordenone, 22 feb - Il Friuli Venezia Giulia è un territorio in cui sono state adottate strategie vincenti sul fronte della prevenzione e diagnosi precoce delle malattie neoplastiche.

Su questo aspetto si è concentrata oggi la Regione nel corso della presentazione a Pordenone del volume dal titolo "I numeri del cancro in Italia 2017", con attenzione particolare ai dati del fenomeno in Friuli Venezia Giulia.

La pubblicazione, redatta da dall'associazione italiana di Oncologia medica (Aiom), dall'associazione italiana Registri tumori (Airtum) e dalla Fondazione Aiom, mette tra l'altro in risalto come la nostra regione sia tra le prime in Italia per quanto riguarda l'adesione della popolazione ai programmi di screening organizzati.

L'analisi evidenzia come nel 2017 in Friuli Venezia Giulia sono stati stimati 9 mila nuovi casi di tumore, pari a circa 25 diagnosi al giorno, che interessano 4 mila 750 uomini e 4 mila 250 donne. Rispetto alla media annua di dieci anni fa, lo studio mette in luce un andamento stabile dei casi fra gli uomini (4.752 ogni anno nel triennio 2008-2010) e un incremento fra le donne (4.021). Le cinque neoplasie più frequenti in regione sono quelle del colon-retto (1.400 nuovi casi nel 2017), mammella (1.250), prostata (950), polmone (900) e melanoma (400). E il 61% dei residenti in Friuli Venezia Giulia (60,8% uomini e 61,4% donne) è vivo a cinque anni dalla diagnosi.

Dalla pubblicazione emerge anche che nel nostro territorio si registrano alcuni dei valori più alti di adesione ai programmi di screening organizzati rispetto alla media nazionale (anno 2015): il 60,2% delle donne ha effettuato la mammografia per la diagnosi precoce del tumore della mammella (55% Italia), il 59,4% ha eseguito il Pap test per la prevenzione del tumore del collo dell'utero (39,8% Italia) e il 60,3% dei cittadini si è sottoposto al test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per individuare in fase precoce il tumore del colon retto (43% Italia).

L'adesione dei residenti in Friuli Venezia Giulia a questi fondamentali programmi di prevenzione è in costante crescita: la mammografia dal 2006 al 2015 è passata infatti dal 51,2% al 60,2%, il Pap test dal 2000 al 2015 è aumentato dal 42,8% al 59,4%, il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci dal 2008 al 2015 è cresciuto dal 36,4% al 60,3%.

Ed è proprio su questi aspetti che si è soffermata la Regione, evidenziando come i dati sull'adesione agli screening e quelli sulla sopravvivenza indichino l'ottimo livello delle cure garantite in Friuli Venezia Giulia e l'efficiente modo in cui il sistema prenda in carico le persone affette da neoplasie.

Inoltre è stato ricordato come l'aumento delle guarigioni, dovute all'introduzione di farmaci sempre specifici e a strumenti diagnostici di ultima generazione, richieda l'attenzione e l'intervento di molte professionalità. Per questo motivo la Regione ha evidenziato la necessità di completare, a partire dall'organizzazione già esistente, la costituzione della rete oncologica del Friuli Venezia Giulia, percorso che si trova alle battute finali.

Sempre oggi a Pordenone si è svolto anche la 15. edizione del focus sul carcinoma mammario organizzato dall'Università di Udine in collaborazione con il Centro di riferimento oncologico di Aviano.

L'iniziativa ha lo scopo di radunare i principali esperti nazionali delle varie discipline coinvolte nella diagnosi e cura di questo tumore, per illustrare e confrontarsi sugli studi compiuti nello specifico ambito di ricerca e cura.

Dai dati illustrati nel corso della giornata, è emerso come in Italia vengano eseguite circa 50 mila nuove diagnosi all'anno di questa neoplasia, di cui 1200 in Friuli Venezia Giulia.

La Regione, in questa circostanza, ha evidenziato l'importanza e la necessità del confronto tra professionisti per diffondere le buone pratiche nell'ambito del tumore mammario.

A ciò si aggiunge anche l'alleanza che si deve venire a creare tra coloro che curano la neoplasia, chi compie ricerca la ricerca e quanti gestiscono le politiche sanitarie; una collaborazione - è stato evidenziato - che diventa fondamentale anche nell'ambito della corretta gestione e reindirizzamento, laddove ce ne fosse più bisogno, delle risorse a disposizione del sistema sanitario regionale. ARC/AL/fc

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