Udine, 17 nov - "La Misura attiva di sostegno al reddito
regionale (Mia), introdotta a fine 2015, costituisce una
componente importante nel contrasto alla povertà; ha saputo dare
risposte ad oltre 50 mila persone, all'interno delle quali una
fascia rilevante è rappresentata dai minori, facendo emergere i
nuovi poveri e riavvicinando coloro che erano stati
precedentemente esclusi da altre misure". Lo ha detto l'assessore regionale alle Politiche sociali, Maria
Sandra Telesca, durante il convegno su "La misura di contrasto
alla povertà. L'esperienza del Friuli Venezia Giulia" che ha
fatto una prima valutazione su alcuni strumenti messi in campo a
livello regionale e nazionale per contrastare le povertà. Il
confronto ha riguardato la Misura di inclusione attiva (Mia) del
Friuli Venezia Giulia, il Sostegno nazionale all'inclusione
attiva (Sia) del 2016 e il reddito di inclusione (Rei) che
sostituirà il Sia a partire dal 2018.
"Le innovazioni introdotte nel sistema prevedono, nel percorso di
sperimentazione, anche l'analisi delle criticità con i relativi
correttivi da porre in essere, ma queste criticità non devono
oscurare la bontà e la portata straordinaria degli interventi",
ha osservato Telesca ribadendo come la Mia sia "una misura
necessaria e lo evidenziano i numeri: i nuclei beneficiari della
misura, dal 2015 ad oggi, sono 18.800 con oltre 51 mila persone
prese in carico, circa il 4,2 per cento della popolazione
regionale residente".
"L'amministrazione regionale in questi anni - ha spiegato Telesca
- ha dialogato e collaborato con gli attori del Terzo settore,
come la Caritas, riconoscendo a questi interlocutori gli sforzi e
le energie investite sul territorio, il supporto alle attività
dei servizi e, molte volte, la capacità propositiva e la spinta
all'innovazione". Per affrontare le sfide e i cambiamenti in atto nella società,
Telesca ha evidenziato la necessità di investire sull'assetto
organizzativo dei servizi, le cui componenti sociali,
lavoristiche e di orientamento - formazione devono lavorare in
un'ottica integrata.
"Questa amministrazione ha deciso di investire in misura ancora
maggiore e di rivedere completamente le proprie politiche del
settore sociale" ha precisato l'assessore, ricordando come fra
gli obiettivi della Mia vi è anche il contrasto all'esclusione
sociale attraverso un sostegno economico di integrazione al
reddito erogato nell'ambito di un patto di inclusione ovvero un
percorso concordato con i servizi pubblici competenti in materia
di servizi sociali e di lavoro e finalizzato a superare le
condizioni di difficoltà delle persone. La misura prevede anche
il rafforzamento dell'economia sociale attraverso la promozione
dell'innovazione sociale e la valorizzazione dell'integrazione
tra pubblico, privato e terzo settore. Integrazione, quest'ultima, fondamentale per Telesca: "i servizi
pubblici e il Terzo settore già collaborano, ma tale rapporto
deve svilupparsi, diventare strutturato e organizzato. Dal
territorio emergono buone prassi che vanno rese utilizzabili in
tutti i contesti, anche al fine di garantire una maggiore
omogeneità e migliori livelli di fruizione". Durante il convegno sono stati sottolineati alcuni dati, a
partire dall'incremento degli utenti dei servizi sociali dei
Comuni, in questa legislatura: da poco più di 52.000 a quasi
63.000. L'incremento nel 2016 è pari al 5,8 per cento (+6,9 per
cento nel 2015) e la Mia ha rappresentato il vettore principale
di questo aumento di utenza tanto da cambiare la composizione
degli utenti: l'area adulta con 31.183 unità rappresenta la prima
categoria seguita e circa la metà dell'utenza totale. La Regione, oltre alla Mia, come è stato illustrato nel convegno,
ha mantenuto gli interventi promozionali verso le famiglie (carta
famiglia, abbattimento rette nidi e associazionismo familiare) e
quelli socio-sanitari rivolti ad anziani e disabili. Dal 2013 al
2017, l'impegno economico riferito al settore sociale è
cresciuto, ma soprattutto è aumentato l'impegno volto al
contrasto della povertà e all'inclusione socio-lavorativa. Si è
passati dai 13 milioni e 388mila euro del 2013 agli oltre
76milioni di euro nel biennio 2016 e 2017. Prendendo a riferimento il solo 2016, i beneficiari della Mia
sono stati circa 15.800 nuclei familiari con 43.022 persone di
cui 14.320 sono minori (33 per cento dell'utenza coinvolta). Gli
ambiti di Trieste e Udine registrano il 50 per cento della
distribuzione della misura sul territorio (29,7 per cento e 20
per cento). L'utenza prevalente è italiana mentre il profilo
riferito alla condizione professionale dei richiedenti rileva
come i disoccupati siano il 44,6 per cento, gli occupati il 34,6
per cento, l'8,2 percento è rappresentato dai pensionati, il 9,1
per cento da casalinghe e lo 0,5 per cento da studenti. I rappresentanti dell'osservatorio delle Povertà e delle Risorse
delle Caritas diocesane del Friuli Venezia Giulia intervenuti
all'evento si sono focalizzati, in particolare, sul punto di
vista dei beneficiari della misura promossa dalla Regione Fvg
attraverso le interviste a 33 persone che ne hanno usufruito
mentre una prima valutazione del Sia e l'applicazione in Regione
è stata approfondita da Urban Nothdurfter dell'Università di
Bolzano e Servizio sociale del comune di Pordenone. A trattare le
misure di contrasto alla povertà in Italia è intervenuta Nunzia
De Capite della Caritas italiana. Presenti all'incontro anche il
consigliere regionale Vittorino Boem, il direttore della Caritas
della diocesi di Udine don Luigi Gloazzo e l'assessore ai Diritti
e all'Inclusione sociale del Comune di Udine, Antonella Nonino. ARC/LP/ep
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