Trieste, 17 mar - Il Bonus psicologo per gli studenti varato in
Friuli Venezia Giulia è un esempio di buona pratica capace di
dare risposte concrete alle necessità dei cittadini, che si sta
traducendo intervento strutturale anche grazie alla forte
collaborazione tra la Regione e l'Ordine degli psicologi. Solo
nel momento in cui la famiglia, con tutto ciò che vi ruota
intorno, è diventato un problema socioculturale, demografico e
legislativo nel nostro Paese si è cominciato ad affrontare
realmente il tema di una rivoluzione antropologica che, non
trovando adeguate forma d'accompagnamento, ha messo in
discussione una serie di modelli sociali consolidati. Una
situazione resa più evidente dal Covid-19, che ha portato la
Regione ad analizzare il problema e porre la famiglia al centro
di una strutturata azione amministrativa con interventi che
spaziano dal lavoro, alla scuola, al sociale, al supporto
all'imprenditoria femminile, fino alla salute.
È questo, in sintesi, il pensiero espresso dall'assessore regionale al Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia nel corso del convegno "Famiglie ai confini", organizzato nel capoluogo regionale dall'Ordine degli psicologi del Friuli Venezia Giulia, al quale hanno partecipato tra gli altri l'assessore comunale di Trieste alle Politiche sociali e un rappresentante della Fondazione Villa Russiz.
L'esponente della Giunta ha evidenziato come l'inserimento nella prossima riforma fiscale di temi legati alla famiglia dimostri la volontà delle istituzioni di affrontare tale argomento in un'ottica di sistema, che deve tenere conto anche di altre problematiche acuite dalla pandemia, a partire dalla crisi fondamentale di tutti gli spazi educativi nei quali i bambini e i ragazzi crescono. Si tratta di un tema che di grande rilevanza, perché alcune strutture sociali hanno dovuto modificare rapidamente e in maniera sostanziale la propria funzione sia in relazione ai minori sia agli adulti.
Per l'esponente dell'Esecutivo a ciò si aggiunge la questione del calo demografico che sta colpendo pesantemente l'Italia e causa di una denatalità che rischia di avere effetti pesanti per il Friuli Venezia Giulia praticamente in tutti gli ambiti: dal welfare al comparto produttivo, fino all'occupazione e al sistema formativo e sanitario. ARC/MA/pph
© RIPRODUZIONE RISERVATA È questo, in sintesi, il pensiero espresso dall'assessore regionale al Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia nel corso del convegno "Famiglie ai confini", organizzato nel capoluogo regionale dall'Ordine degli psicologi del Friuli Venezia Giulia, al quale hanno partecipato tra gli altri l'assessore comunale di Trieste alle Politiche sociali e un rappresentante della Fondazione Villa Russiz.
L'esponente della Giunta ha evidenziato come l'inserimento nella prossima riforma fiscale di temi legati alla famiglia dimostri la volontà delle istituzioni di affrontare tale argomento in un'ottica di sistema, che deve tenere conto anche di altre problematiche acuite dalla pandemia, a partire dalla crisi fondamentale di tutti gli spazi educativi nei quali i bambini e i ragazzi crescono. Si tratta di un tema che di grande rilevanza, perché alcune strutture sociali hanno dovuto modificare rapidamente e in maniera sostanziale la propria funzione sia in relazione ai minori sia agli adulti.
Per l'esponente dell'Esecutivo a ciò si aggiunge la questione del calo demografico che sta colpendo pesantemente l'Italia e causa di una denatalità che rischia di avere effetti pesanti per il Friuli Venezia Giulia praticamente in tutti gli ambiti: dal welfare al comparto produttivo, fino all'occupazione e al sistema formativo e sanitario. ARC/MA/pph
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