Corregionali: Roberti, Regione in dialogo anche con giovani espatriati

Sabato 24 Luglio 2021


Udine, 24 lug - "La speranza è che dopo la fase più acuta della pandemia e della conseguente crisi economica, il rilancio che si prospetta per il nostro territorio possa far sì che tanti giovani che hanno cercato lavoro in molte parti del mondo possano avere l'opportunità di ritornare e non solo di mettere a servizio le esperienze maturate all'estero ma anche di trovare sul nostro territorio occasioni professionali ancora più gratificanti".

Lo ha sottolineato l'assessore regionale ai Corregionali Pierpaolo Roberti a margine dell'annuale Incontro dei corregionali all'estero organizzato dall'Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti (Efasce) di Pordenone.

Tra ieri e oggi la 44ma edizione si è svolta al Ridotto del Teatro Verdi di Pordenone con una formula mista tra pubblico in presenza, rispettando le disposizioni di sicurezza, e online con persone collegate da varie parti del mondo.

Una formula già sperimentata con successo lo scorso anno, in cui è stato lanciato il tema "Connessi per creare il futuro", sviluppato anche quest'anno sempre mettendo al centro le esperienze dei corregionali all'Estero per la ripartenza del Friuli Venezia Giulia.

Tra gli interventi in presenza quello con Filippo Trevisan, originario di Codroipo, professore associato di Comunicazione Pubblica all'American University di Washington DC; Anna Cupani originaria di Pordenone, responsabile della comunicazione e collaborazioni esterne dell'Istituto di Data Science dell'Imperial College London; Luca Manfè, originario di Aviano, vincitore negli Usa della quarta edizione di Masterchef. In collegamento dal Sudafrica, dove hanno una tenuta vitivinicola sono intervenute invece Michela Sfiligoi (da Pordenone) e Attilio Dalpiaz (da Gorizia).

Alla ricerca di nuove opportunità professionali ma senza smettere di fare riferimento alla terra d'origine, anche attraverso forme di "pendolarismo" internazionale: è l'identikit delle oltre 5 mila persone che nell'ultimo decennio hanno lasciato il Friuli Venezia Giulia per stabilirsi all'estero. Un flusso che, seppur rallentato, non si è fermato nemmeno a causa della pandemia da Covid-19 e da altre situazioni internazionali come la Brexit (il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana con la più alta incidenza di migratorietà in rapporto alla popolazione).

"L'amministrazione regionale - ha affermato Roberti - vuole mantenere ben saldi i rapporti con i corregionali sparsi nel mondo nella consapevolezza che l'emigrazione dal Friuli Venezia Giulia ha avuto ondate imponenti e ha assunto caratteristiche diverse a seconda dei territori e delle generazioni. Conosciamo le storie dei nostri corregionali che si sono allontanati da una terra martoriata dalla guerra o a seguito del terremoto, in condizioni economiche precarie, quando la consapevolezza era quella di non poter fare più ritorno. Oggi il mondo è cambiato, viviamo nell'epoca della globalizzazione, della mobilità, della possibilità di lavorare in ogni angolo del mondo: questo permette ai giovani di scoprire e imparare cose nuove, senza dare per definitivo il distacco con le proprie radici. Noi abbiamo il dovere di parlare sia a quei corregionali di seconda e terza generazione sia a chi ha deciso in un passato molto più recente di partire per intraprendere esperienze professionali importanti in altri Paesi". ARC/EP/al

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