Trieste, 12 gen - In Friuli Venezia Giulia circa la metà degli
studenti delle scuole secondarie ha ricevuto messaggi offensivi
tramite strumenti di comunicazione digitale, come il web o i
social network, ma allo stesso modo uno studente ogni due ammette
di aver inviato messaggi offensivi pur sapendo che si tratta di
comportamenti scorretti.
È il dato più evidente che emerge dallo studio 'Cyber bullying
and social influence: prime evidenze empiriche in Friuli Venezia
Giulia' sviluppato dall'Università di Trieste e presentato
nell'ambito della 'Giornata di studio sui modelli di intervento
sperimentali per la prevenzione del bullismo e del cyber
bullismo', promossa dalla Regione, alla quale ha partecipato, tra
gli altri, l'assessore regionale al Lavoro, Formazione,
Istruzione e Politiche giovanili. Come è stato evidenziato durante la giornata di studio, quello
del bullismo anche online, è un fenomeno in merito al quale in
Friuli Venezia Giulia, anche grazie alle azioni sostenute dalla
Regione (che ha messo in campo circa un milione di euro
distribuiti in varie progettualità e in più anni) sono stati
fatti rilevanti passi avanti, puntando in particolare
sull'innovazione, la messa in rete delle iniziative sul
territorio e la condivisione delle esperienze e delle buone
prassi. In particolare sono stati ricordati e citati come best practice
il protocollo di intesa del 'progetto regionale di promozione del
cyberbenessere e di contrasto del cyberbullismo' e l'attivazione
di 'CyBus-Cyber bullying and social influence', iniziativa che ha
permesso di raccogliere dati sul fenomeno, ma anche di
comprendere le modalità attraverso le quali in un gruppo di pari
si possono sviluppare comportamenti di bullismo. Lo studio è stato condotto tra aprile e maggio 2017, tramite la
compilazione online di un questionario, su un campione di 3511
studenti (di ambo i sessi) delle scuole secondarie della Regione
(2078 della provincia di Udine, 591 di Trieste, 207 di Gorizia,
503 di Pordenone, ai quali si aggiungono 132 ragazzi che hanno
preferito non dichiarare l'area di residenza) dei quali: 992
liceali, 586 frequentanti istituti tecnici, 1237 istituti
professionali, 578 enti professionali e 118 che hanno preferito
non specificare la propria scuola. Nello specifico poco più del 50 per cento degli intervistati
dichiara di aver ricevuto messaggi offensivi e circa il 30 per
cento di aver visto pubblicate online informazioni relative alla
propria privata (percentuale che sale al 40 per cento quando si
tratta di fotografie), mentre circa il 35 per cento spiega di
essere stato emarginato e circa il 15 per cento di aver subito
'furti d'identità digitale'. Analizzando la questione da un altro punto di vista, poco più del
50 per cento dei ragazzi ammette di inviare messaggi offensivi e
di pubblicare online informazioni relative alla vita di altre
persone (percentuale che cala a meno del 40 per cento quando si
tratta di fotografie private), mentre solo uno su quattro ammette
di essersi finto qualcun altro sul web e meno del 30 per cento
confessa di attuare comportamenti emarginatori. Per quanto riguarda la conoscenza della normativa la maggior
parte degli intervistati (oltre 90 per cento) è a conoscenza del
fatto che rubare le credenziali d'accesso al web di qualcun altro
è illegale, allo stesso modo di pubblicare notizie false su
qualcuno (poco meno del 90 per cento) o di molestare con ripetuti
messaggi di minaccia (più del 90 per cento). Allo stesso modo la
maggior parte degli intervistati è conscia che queste azioni
possono avere conseguenze legali molto gravi. In quest'ottica assumono quindi particolare rilevanza le azioni
attuate dalla Regione per consentire ai numerosi soggetti attivi
nel contrasto del bullismo, dal mondo della scuola e della
formazione professionale fino ai servizi sociali, di lavorare in
maniera sinergica e attivare tutte le risorse presenti sul
territorio per comprendere appieno il fenomeno e di conseguenza
progettare attività preventive e di contrasto, ma anche
l'integrazione tra i progetti esistenti. Un'attività che la
Regione ritiene particolarmente importante perché consente di
operare in maniera coordinata nello sviluppo di soluzioni
innovative e non attraverso iniziative una tantum. ARC/MA/ep
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