Per l'assessore: "come scritto è un progetto pieno di errori
redatto a fini elettorali"
Pordenone, 2 feb - "Nella proposta di legge discussa durante i
lavori d'Aula, della cosiddetta 'Città metropolitana' di Trieste,
così come immaginata da un consigliere dell'opposizione, non c'è
alcuna traccia. Per cui il no della maggioranza a quel
provvedimento non può di certo essere ascritto a una presa di
posizione ideologica quanto invece alla mancanza di contenuti o,
ancor peggio, a fantomatiche competenze che è impossibile
ascrivere a quel tipo di istituzione. Fa specie constatare che un
ex candidato sindaco non conosca i contenuti dei dettami
legislativi, proponendo quindi contenuti che verrebbero
immediatamente bocciati. Agli occhi attenti, quella proposta di
legge sembra essere una boutade elettoralistica e un puro
specchietto per le allodole, volta ad accalappiare consensi
invece che un progetto credibile e fattibile".
Così l'assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo
Roberti commenta quanto è stato discusso nella seduta da'Aula del
Consiglio regionale, durante la quale è stata posta
all'attenzione del consesso la possibilità di istituire la Città
metropolitana di Trieste, proposta che al termine della
discussione è stata bocciata.
"Nella proposta esaminata - chiarisce l'esponente dell'Esecutivo
regionale - non c'è traccia della Città metropolitana intesa come
area vasta che ricomprende tutti i comuni della provincia e
magari anche altri. Nella legge proposta da un consigliere
dell'opposizione era infatti previsto che il solo comune di
Trieste cambiasse nome in "Città metropolitana di Trieste" senza
modificare gli attuali confini. Inoltre, si era tratteggiata la
creazione di un super comune con il turbo, quando invece non
sarebbe stato possibile trasferire quelle competenze che gli si
sarebbe voluto attribuire".
"Solo per fare degli esempi - prosegue Roberti - nella proposta
di legge si fa riferimento alla portualità. Ebbene una legge
regionale può trasferire competenze regionali ma non,
evidentemente, quelle statali; il porto di Trieste, porto
internazionale, fa parte dell'Autorità di sistema portuale del
mare Adriatico orientale di cui fa parte anche Monfalcone, su cui
la competenza è statale. Ciò significa che nessuna funzione a
esso legata è competenza della Regione e quindi la Regione non
può delegare alcunchè. L'unico porto di competenza regionale è
quello di San Giorgio di Nogaro".
"Per quanto attiene poi il trasporto pubblico locale, altro tema
contenuto nella proposta di legge - evidenzia l'assessore - forse
l'estensore della norma non ricorda più che in passato il Tpl,
gli autobus per intenderci, era di competenza provinciale mentre
nella precedente legislatura è diventato di pertinenza regionale.
Inoltre, sempre negli anni di governo del centrosinistra, è stata
bandita la gara regionale che vincola le aziende a un contratto
con la Regione. Ciò significa che, tecnicamente, per questi
motivi nessuna funzione può essere delegata e, anche se ce ne
fosse la possibilità, Trieste gestirebbe degli autobus che non
uscirebbero dai confini del comune. Bisognerebbe dire quindi
addio alle linee per Muggia, Duino Aurisina, San Dorligo della
Valle, Monrupino e Sgonico. Proprio per questo motivo, prima
della gara regionale, il Tpl era competenza provinciale".
"Sullo sviluppo di Porto vecchio - ancora l'assessore Roberti -
chiunque legga i giornali sa che la competenza è già di fatto del
Comune di Trieste, il quale con uno specifico accordo di
programma si è assunto quei compiti. Tra le varie funzioni di cui
si parla nella proposta di legge, cioè quanto legato alla
Comunità dell'area Giuliana, va ricordato all'estensore della
norma che da due anni è in vigore la riforma degli Enti locali,
che prevede la possibilità di costituire una comunità volontaria
per l'esercizio associato delle funzioni comunali. Ciò vuol dire
che se la si vuole istituire questa può essere messa in atto
anche senza quanto previsto dal consigliere di opposizione nella
sua norma. Anzi, nella sua formulazione, la possibilità diventa
obbligo. Non va dimenticato, a meno che non lo si voglia fare per
coprire una riforma voluta nella precedente legislatura e che 'ha
fatto acqua' da tutte le parti, che l'allora obbligo
dell'esercizio di funzioni comunali determinò un considerevole
numero di contenziosi contro l'Amministrazione regionale, fondati
sul principio che il Comune non può essere limitato nella sua
autonomia".
Sempre con riferimento all'articolo 4 della proposta di legge appare divertente la scelta di attribuire alla comunità Giuliana funzioni di area vasta quando l'unico livello di governo dell'area vasta previsto dallo Statuto regionale corrisponde alla Regione per effetto di una scelta a suo tempo voluta dal partito del consigliere di opposizione proponente la Pdl e rivendicata in conferenza stampa dallo stesso solo qualche giorno fa; circostanza questa che potrebbe esporre la norma a profili di incostituzionalità".
"Per quanto attiene le fantomatiche risorse da riversare sul resto del territorio così come indicate dal proponente del Pdl, esse sono solo una leggenda. Lo dimostra il fatto che nel testo di legge da nessuna parte era scritto che eventuali contributi al Comune sarebbero stati girati ad altri soggetti. Mi chiedo anche come sarebbe stato possibile vincere un bando, per esempio, per il rifacimento di piazza Unità d'Italia e riversarlo a un altro Comune e per un'altra finalità. Non sarebbe nemmeno possibile per la Città metropolitana di Trieste chiedere un contributo per la Rocca di Monrupino perché Monrupino era fuori dall'ambito territoriale della città metropolitana stessa". "Infine - conclude l'assessore regionale alle Autonomie locali - sui rapporti transfrontalieri di cui si fa accenno nella norma, va ricordato che una competenza regionale in tale ambito si traduce, ad esempio, in un tavolo istituzionale riconosciuto tra Slovenia e Friuli Venezia Giulia. Pertanto se trasferissimo questa competenza a quel tavolo non saremmo più titolati a parlare del Comune di Trieste in ottica di collegamenti, investimenti, partnership, ecc. Viene poi da chiedersi per quale motivo in una regione che confina con la Slovenia da Muggia a Tarvisio solo un comune dovrebbe avere tale competenza e non, ad esempio, Gorizia e se questa funzione la dessimo a tutti, forse non si metterebbe in atto un indebolimento dovuto alla frammentazione nei rapporti con uno Stato estero?" ARC/AL/ma
© RIPRODUZIONE RISERVATA Sempre con riferimento all'articolo 4 della proposta di legge appare divertente la scelta di attribuire alla comunità Giuliana funzioni di area vasta quando l'unico livello di governo dell'area vasta previsto dallo Statuto regionale corrisponde alla Regione per effetto di una scelta a suo tempo voluta dal partito del consigliere di opposizione proponente la Pdl e rivendicata in conferenza stampa dallo stesso solo qualche giorno fa; circostanza questa che potrebbe esporre la norma a profili di incostituzionalità".
"Per quanto attiene le fantomatiche risorse da riversare sul resto del territorio così come indicate dal proponente del Pdl, esse sono solo una leggenda. Lo dimostra il fatto che nel testo di legge da nessuna parte era scritto che eventuali contributi al Comune sarebbero stati girati ad altri soggetti. Mi chiedo anche come sarebbe stato possibile vincere un bando, per esempio, per il rifacimento di piazza Unità d'Italia e riversarlo a un altro Comune e per un'altra finalità. Non sarebbe nemmeno possibile per la Città metropolitana di Trieste chiedere un contributo per la Rocca di Monrupino perché Monrupino era fuori dall'ambito territoriale della città metropolitana stessa". "Infine - conclude l'assessore regionale alle Autonomie locali - sui rapporti transfrontalieri di cui si fa accenno nella norma, va ricordato che una competenza regionale in tale ambito si traduce, ad esempio, in un tavolo istituzionale riconosciuto tra Slovenia e Friuli Venezia Giulia. Pertanto se trasferissimo questa competenza a quel tavolo non saremmo più titolati a parlare del Comune di Trieste in ottica di collegamenti, investimenti, partnership, ecc. Viene poi da chiedersi per quale motivo in una regione che confina con la Slovenia da Muggia a Tarvisio solo un comune dovrebbe avere tale competenza e non, ad esempio, Gorizia e se questa funzione la dessimo a tutti, forse non si metterebbe in atto un indebolimento dovuto alla frammentazione nei rapporti con uno Stato estero?" ARC/AL/ma
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