UDINE - Polemiche sul contro-manifesto delle donne di "Non una di meno-Trieste", che via social hanno lanciato il tam tam per riscrivere il manuale anti-molestie, in risposta al documento pubblicato dall'Associazione nazionale alpini in vista dell'Adunata friulana in programma dall'11 al 14 maggio. L'autoconvocazione al femminile era stata fatta proprio per ieri sera, con l'invito a ritrovarsi nel capoluogo giuliano «per scrivere un nostro manifesto contro le molestie da diffondere per urlare tutta la nostra rabbia e determinazione contro le molestie e la violenza maschilista e militarista».
Nel ricordare gli episodi segnalati dal nodo locale di Non una di meno a Rimini (cui erano seguite una coda polemica e diverse smentite), l'associazione triestina ha criticato l'operazione dell'Ana (che pure in molti e molte hanno apprezzato): «Come Non una di meno Trieste vogliamo riscrivere questo manuale con le nostre parole, parole di donne che le molestie le vivono tutti i giorni e per tutta la vita, e ribaltare la retorica delle povere donne da proteggere, delle donne che non si toccano neanche con un fiore». A questo annuncio e alla "chiamata" sui social, però, sono seguite una serie di critiche (sempre via Facebook) da parte di utenti maschi e femmine. «Sono la moglie di un alpino e se mi toccherà incontrarvi vi dirò chi sono gli alpini», ha scritto una donna. «I friulani saranno i primi a difendere gli alpini da ogni patetico attacco», ha scritto un altro utente. «La prossima volta che succede una catastrofe da qualche parte, andateci voi, invece di mandare gli alpini», ha insistito un profilo femminile. C'è chi, come una navigatrice che si è definita «amica degli alpini», ha accusato il gruppo di essere in cerca «di visibilità» e chi ha criticato le persone che così facendo getterebbero «fango sugli alpini». Un'utente ha poi citato un post di Non una di meno Rimini, in cui si prende atto «con piacere dell'iniziativa lanciata dall'Ana con il sito controlemolestie.it». In quel post, il sodalizio dell'Emilia Romagna (che tuttavia ha sempre difeso la sua posizione sui fatti avvenuti all'Adunata 2022) il 3 febbraio aveva scritto: «Siamo felici che il lavoro di denuncia fatto sia servito ad aprire una riflessione di questa portata all'interno dell'Ana. Leggiamo la pubblicazione di questo sito anche come la consapevolezza che le violenze e le molestie possono anche verificarsi in contesti pubblici come quello dell'Adunata e la loro denuncia va riconosciuta come espressione di un fenomeno culturale e non additata come fatto inventato per "infangare il buon nome degli Alpini" come purtroppo molte volte ci siamo sentite dire. La strada per cambiare la cultura dello stupro e della violenza di genere è certamente lunga, ma questo è già un segno».
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