Alessandra, che non sfonda neppure
a casa sua, ora rischia l'usa e getta

Martedì 2 Giugno 2015 di Claudio Strati
Alessandra Moretti, la vicentina anti Zaia rimasta sconfitta
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VICENZA - Dalle oltre 230 mila preferenze delle Europee al venti per cento e poco più della corsa alle regionali, meno della metà del Governatoree uscente, lei che doveva essere l'anti Zaia per eccellenza. Alle Europee aveva avuto quasi 140 mila voti personali nel Veneto, novemila nella sua città: era risultata la prima nel Nordest, la quarta più votata in assoluto in Italia e la seconda nel suo partito, dietro la Bonafè.

Per Alessandra Moretti un ritorno brusco alla realtà, quando si pensava, nel suo entourage, perfino di avere qualche chance di farcela. E il tonfo anche a casa sua, nella Vicenza di cui è stata vicesindaco e che l'ha lanciata alle più alte vette: quasi 48% Zaia, oltre il 27% lei, in una città che nel recente passato ha visto prevalere più volte il centrosinistra. E ancora peggio in una provincia che aveva fatto il pieno di democratici a Roma: per la laguna, invece, un ritorno "padano" in grande stile con Zaia al 57% e lei al 22.

Gli entusiasmi dei molti giovani mobilitati, però, non erano evidentemente legati a dati reali. Il momento politico, con un certo riflusso renziano dovuto anche, probabilmente, al metodico lavoro di distruzione pidina "dall'interno", ha poi aumentato i divari. Se lei nei suoi comitati elettorali aveva mobilitato i giovani, si capiva che il Pd non aveva mobilitato il suo popolo profondo. Poi Alessandra ci ha messo del suo, con reclutamento di alcuni "centristi" democristiani di lungo corso nelle liste collegate, figure magari probe ma che non rappresentavano propriamente il rinnovamento. C'erano comunque anche figure nuove, risorse giovani, come la 25enne Cristina Guarda di Lonigo, imprenditrice agricola, eletta a Venezia. In ogni caso se si scorrono i risultati dei tanti candidati morettiani, sparsi in più formazioni, si trovano tanti buchi e la sensazione che diversi di loro non abbiano quasi mosso un dito per prendere le preferenze.

Ha fatto una campagna meticolosa, comune per comune, anche battagliera, parlando di tagli ai privilegi monetari e ai vitalizi e attaccando gli sprechi della Regione uscente, i soldi agli "amici degli amici": temi pesanti che però non pare abbiano scalfito più di tanto un'opinione pubblica che si è scomposta sostanzialmente poco anche per le vidende post Mose. Gli analisti dicono che non andava giù proprio alle donne, giudicata forse non per i ragionamenti politici ma per altre questioni legate al gossip e ad antipatie di pancia. Sta di fatto che l'elettorato che mesi fa l'ha portata sugli altari, stavolta l'ha lasciata cadere.

Ora per Alessandra Moretti c'è il rischio dell'usa e getta. Dipende dal centrosinistra: se farà anche con lei quel che ha fatto con i Carraro e i Bortolussi, messi sull'altare e poi relegati nell'angolo, o se deciderà che al posto dell'attesa messianica dell'uomo o della donna giusta, nella vandea prima bianca e poi padana, occorre concentrarsi su una figura indicata agli elettori come leader.

Ultimo aggiornamento: 13:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA