Turchia, scoperte tombe di gladiatori "eroi": morti sull'arena del "Colosseo" dell'Anatolia

Il rinvenimento nell’antica città romana di Anavarza in Anatolia

Venerdì 19 Agosto 2022 di Laura Larcan
foto credito ANADOLU AGENCY

Chissà che non ci siano anche qui i resti di un generale Massimo Decimo Meridio (detto "Ispanico") che, tra sangue e morte, non abbia legato il proprio destino all’arena. La suggestione è forte quando si tratta di gladiatori, tra fasti e tragedie umane. Le ultime cronache archeologiche arrivano dalla Turchia (ancora una volta), dove sono state scoperte rare tombe di gladiatori nell’antica città romana di Anavarza in Anatolia, nella provincia meridionale di Adana, riaffiorate presso i resti del vicino anfiteatro (uno dei quattro esempi di questo tipo in Anatolia) e del teatro, all’estremità meridionale dell’antica città. Un sito monumentale di oltre 2200 anni di storia che ha fatto già guadagnare ad Anavarza l’ingresso nell’elenco provvisorio del patrimonio mondiale dell’Unesco.

LA CITTA' INVINCIBILE

Non a caso Anavarza è tramandata nella storia come la “Città Invincibile”, per la sua imponente porta e il sistema di bastioni a coronare la prima strada a doppia corsia più antica del mondo antico.

L’Arco della Vittoria, eretto per commemorare la vittoria dei romani contro i persiani. Le indagini, condotte nelle ultime quattro settimane, sono state condotte dall’équipe di specialisti dell’Università di Çukurova guidata da Fatih Gülşen e che comprende 24 membri del personale, 30 scienziati e due archeologi. I risultati dello scavo, condotto sotto la supervisione del Ministero della Cultura e del Turismo e della Direzione Generale dei Beni Culturali e Musei della Turchia, sono stati riferiti dall’Anadolu Agency (AA).

L'ARCHEOLOGA

La vicinanza delle tombe al complesso dell’anfiteatro è stata strategica per l’interpretazione: «Crediamo che questi gladiatori abbiano combattuto qui - ha dichiarato Fatih Gülşen - Sappiamo che qui hanno organizzato non solo combattimenti di gladiatori, ma anche sport acquatici, giochi e festival». I resti dei gladiatori morti negli scontri sull’arena dell’Anfiteatro erano conservati in un elegante tempietto, impreziosito da un’iscrizione commemorativa. Un testo che avrebbe permesso di stabilire che il luogo celebrava i corpi o le ceneri dei combattenti. «Con l’accelerazione degli scavi abbiamo raggiunto nuovi ritrovamenti nell’anfiteatro - ha dichiarato Fatih Gülşen all’Anadolu Agency - Abbiamo un edificio ad anfiteatro molto grande di 63 metri di diametro sulla punta delle scogliere più meridionali della città. Sappiamo che qui si tenevano non solo combattimenti di gladiatori, ma anche sport acquatici, giochi e festival. Sebbene non si adatti all’identità e alla cultura anatolica, è una caratteristica che riflette un po’ più la cultura romana. Quindi sappiamo che qui c’erano dei gladiatori e che guerrieri gladiatori hanno combattuto in questo edificio. Troveremo probabilmente gli scheletri dei gladiatori nell’area della necropoli».

LA PROPAGANDA POLITICA

Probabilmente le sepolture e la commemorazione dei gladiatori morti rientrano in una operazione di propaganda alimentata da impresari titolari dei giochi e politici che finanziavano i ludi nell’arena. «Anche dopo la morte, lo spettacolo eroico poteva continuare con l’esibizione delle tombe di questi eroi», riflettono gli studiosi. Altri cimiteri di gladiatori sono stati trovati ad Efeso. L’Anatolia continua d’altronde una tradizione di scoperte legate a questo tema.

Nel 2021 aveva calamitato l’attenzione mediatica del mondo con la scoperta di quello che gli archeologi turchi chiamavano il “Colosseo dell’Anatolia”. «Una struttura unica, simile solo al Colosseo di Roma, ma in scala ridotta», lo definiva Sedat Akkurnaz, archeologo del Dipartimento di Archeologia presso la facoltà di Arte e Scienze dell’università Adnan Menderes di Aydin, che ha condotto lo scavo sotto la responsabilità di Mehmet Umut Tuncer, direttore degli affari culturali e turistici della provincia di Aydın. Stava nascosto sotto strati secolari di terra mista a vegetazione selvatica, rovi infestanti fusi a ulivi che rivestivano tutte le colline dell’antica città di Mastaura.

Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 03:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA