Il caso TikTok, la psicologa Deny Menghini: «Bambini mai da soli con lo smartphone, è come abbandonarli in strada» Il numero verde

Venerdì 22 Gennaio 2021 di Graziella Melina
Il caso TikTok, la psicologa Deny Menghini: «Bambini mai da soli con lo smartphone, è come abbandonarli in strada» Il numero verde

«L'utilizzo passivo dello smartphone da parte dei bambini è sempre molto pericoloso». Ecco perché secondo Deny Menghini, psicologa e psicoterapeuta della Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma «i genitori non devono mai lasciarglielo utilizzare senza controllo».


A 10 anni un bambino può mettere in atto un gesto pericoloso così come è accaduto alla bimba di Palermo che per partecipare ad una sfida social è rimasta soffocata?
«A quell'età i bambini non possono essere lasciati da soli col cellulare.

Non avendo ancora sviluppato la capacità di autocontrollo, possono ritrovarsi in situazioni di altissimo pericolo. È come se li lasciassimo da soli ad attraversare la strada. A 10 anni, infatti, hanno le competenze per accedere ad un social, partecipare ad una sfida, ma ancora non riescono a capire se si trovano in una condizione di pericolo, non sanno valutare il rischio. E questa incapacità vale anche per gli adolescenti».


Ma è opportuno che accedano ai social?
«Assolutamente no. Un bambino non può avere un cellulare e utilizzarlo da solo senza la supervisione di un genitore. Non dimentichiamo che spesso sono i genitori che usano gli smartphone come una sorta di baby sitter tecnologici. Ma questo è altamente pericoloso. Se è pur vero che il bambino è in grado di accedere a tutti gli strumenti tecnologici, sono infatti nativi digitali, non dobbiamo mai dimenticare che non sanno riconoscere se una situazione può essere rischiosa. Alcuni genitori, poi, pensano che lasciare il bambino, anche molto piccolo, a giocare col cellulare o a guardare un video o un cartone lo stimoli alla creatività o a sviluppare il linguaggio. Non è così. Diversi studi dimostrano che anche i programmi creativi, specifici per i più piccoli, vanno visti insieme agli adulti. Il bambino che ascolta passivamente un video ha meno capacità linguistiche dei bambini che hanno più possibilità di scambio nella vita reale».


Come devono comportarsi i genitori per evitare che i figli si mettano in situazioni di pericolo?
«I cellulari, soprattutto nei bambini in età scolare, devono essere supervisionati dai genitori. Esistono diverse app che permettono di controllare gli spostamenti anche fisici dei figli, ma soprattutto di monitorare quali siti il bambino visita e per quanto tempo. È giusto farlo, dobbiamo proteggerli ed evitare che si isolino. Abbiamo osservato che molti ragazzi che hanno aspetti depressivi usano i social ancora di più per staccarsi dalla vita reale. Per dare un aiuto in questi momenti di fragilità, abbiamo pensato ad una linea telefonica gratuita di consulenza neuropsichiatrica. È attiva 24 ore su 24 allo 06 68592265. Tutti i ragazzi in difficoltà e anche i loro genitori spesso hanno bisogno di essere guidati ma non sanno a chi rivolgersi».

 

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