Pasta Queen, la foodblogger romana da milioni di follower: «Esporto la carbonara in tutto il mondo»

Lei è Nadia Caterina Munno e sulle piattaforme social ha oltre 5 milioni di follower. Pasta Queen è nato durante la pandemia e poi ha raggiunto un successo planetario

Mercoledì 29 Giugno 2022 di Alessandro Rosi
Pasta Queen, foto di Stef Galea

La regina della pasta sui social è romana. Con un solo video, Pasta Queen ha raggiunto più di sette milioni di persone su TikTok. Lei è Nadia Caterina Munno e sul suo account ripropone piatti della tradizione italiana. «Ingredients» è la parola con cui inizia la spiegazione di ogni ricetta.

Sempre in inglese, così da poter raggiungere tutto il mondo. Ma per arrivare al successo planetario è dovuta passare anche attraverso un fallimento.

Com’è nato Pasta Queen?

«Ho iniziato a marzo del 2020, in epoca di pandemia, eravamo chiusi, era la mia chance. Avevo una cucina da paura, che mi hanno costruito e sono venuti a montare qui in Florida, a Tampa Bay, da Firenze. Tutta made in Italy. Ho iniziato a registrare video e in 4 mesi avevo milioni di followers su Tik Tok. Adesso ho 5 milioni di persone che mi seguono su tutte le varie piattaforme: Instagram, tik tok, Facebook. Poi sono diventata un personaggio e mi hanno contatto per fare uno show televisivo e ho anche realizzato un libro di cucina che sarà venduto in tutto il mondo».

Come hai scelto il nome?

«Ho pensato che la pasta ci doveva stare. “Queen” perché, a quel tempo, nel 2020, c’erano poche persone che cucinavano su tiktok. E allora mi sono detta: mi prendo la corona e mi auto proclamo regina dei social sulla pasta. Vediamo come va».

È andata molto bene. Te l’aspettavi?

«No. La mia vera storia è un’altra. Nel 2015 avevo già creato uno pseudonimo su YouTube, ma è completamente fallito. Ci avevo lavorato 9 mesi. Ma avevo una premonizione: dovevo essere la persona che portava l’essenza della cultura e tradizione italiana in tutto il mondo. Questo è il mission statement di pasta Queen. Ed è anche il segreto di avere tanti follower. Così è spiegato il motivo perché non faccio video in italiano, ma in inglese. Sono International».

Foto di Stef Galea

Trasferirti all’estero ti ha aiutato?

«Quando vai all’estero spicchi, sei diversa. I tuoi modi di essere sono esaltati. Inoltre a me piace sempre fare sempre grandi cene e feste. E ho notato che c’era un gap culturale. A me è sempre piaciuto essere un’intrattenitrice, far ridere. Così mi sono detta: “Creo un personaggio”. La regina della pasta. Perché all’estero non sanno cucinare».

Ingredients, just gorgeous, tears of God (l’acqua della pasta) sono i tuoi motti. Sei teatrale.

«Da piccola, a Roma, facevo teatro e improvvisazione. Ho recitato anche in un film a 14 anni».

Roma rimane il tuo punto di riferimento?

«Sono nata e cresciuta a Roma. Zona San Pietro, via monte del gallo. Sono innamorata di questa città e sono verace».

Tifi l’As Roma?

«Si, certo. Pensa che qui a Tampa Bay dove vivo c’è la collaborazione con la scuola calcio dell’AS Roma. Che coincidenza!».

Di quale piatto della tradizione romana sei innamorata?

«La mia preferita è la carbonara, poi cacio e pepe e amatriciana».

Hai un modo tuo di cucinarle?

«No, sono classica. Mi sento responsabile di esportare la nostra cultura. Non sono una chef gourmet. Non faccio piatti con anatra fritta polverizzata. Anche se mi invento a volte le mie ricette, ma sempre seguendo la tradizione: perché vengo dalla terra, non ho un passato nobile, aristocratico».

Hai una storia che affonda le radici nella pasta, i tuoi nonni avevano un pastificio.

«I miei nonni nel 1880 circa aprirono un pastificio vicino Gragnano, perché mio padre è casertano. Poi fu chiuso nella seconda guerra mondiale, ma hanno continuato a essere proprietari terrieri. Coltivavano, raccoglievano e portavano il grano al Consorzio agricolo che riforniva la Regione Campania. Sin da piccola andavo nei campi di grano, facevo la pasta e macinavo il grano (facevamo anche il vino). Era la nostra vacanza estiva».

Sei cresciuta nella pasta.

«Ho il DNA a forma di fusillo».

Come sei arrivata in Florida, a Tampa Bay?

«Ci sono arrivata nel 2013. Prima sono andata in Inghilterra e ho sposato un inglese. Poi con mio marito abbiamo iniziato un business di marketing online per grandi istituzioni finanziarie. Noioso. Eravamo a Londra, che a me non piace (è grigia, piovosa). Nel 2015 abbiamo iniziato ad aprire degli account nella East Coast (New York, Boston), dove avevamo clienti molto grandi. Così abbiamo deciso di aprire una succursale per essere sullo stesso fuso orario. E, in pochi mesi, abbiamo deciso di trasferirci qui».

Foto di Stef Galea

Chi cucina a casa?

«Ho sempre cucinato io. I miei si sono separati quando avevo sei anni. Mia madre era sempre a lavoro e io cucinavo per mio fratello Agostino, che ora mi aiuta ogni tanto in cucina e compare nei video».

La ricetta della pasta assassina è andata virale sul tuo account.

«Visto che devi bruciare la pasta ha fatto effetto. Tanti mi scrivevano: “Ma cosa fai?!”. È una specialità pugliese, di Bari».

I tuoi familiari sono contenti del successo che hai ottenuto?

«La mia famiglia, anche se molti componenti non capiscono cosa dico perché non parlano inglese, mi guarda ed è esterrefatta. Perché sto portando il messaggio e le ricette di famiglia. La tradizione. È questo che voglio trasmettere. Perché in America c’è un’epidemia di fast food, di lavorare h24 e non passare tempo con la famiglia. Voglio riportare i valori culturali della famiglia italiana».

Sei il vaccino all’epidemia di fast food.

«Sono l’anticristo del fast food. La regina della pasta».

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